La Guerra Civile Americana 1861-1865
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Il proclama di emancipazione

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Messaggio  P.G.T. Beauregard Ven 26 Set 2008 - 17:50

Secondo voi il proclama di emancipazione fu una mossa giusta? Tenete conto degli effetti che ebbe sulla popolazione del sud e del nord, sul morale delle truppe di entrambi gli schieramenti, sull'economia e sulla politica estera.

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Messaggio  forrest Sab 27 Set 2008 - 0:17

Fu un grande azzardo:fece guadagnare all'Amministrazione Lincoln il favore dell'opinione pubblica europea,non ci sono dubbi.Ma i soldati dell'Armata del Potomac,che non s'erano certo arruolati per liberare i negri,quando appresero la notizia furono sul punto di marciare su Washington e di rovesciare il Governo.Se il Generale McClellan avesse sfruttato la grande popolarità di cui godeva presso le sue truppe,non avrebbe avuto alcuna difficoltà a diventare dittatore.
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Messaggio  VALENTE MARCO Lun 29 Set 2008 - 12:41

Beauregard ha scritto:Secondo voi il proclama di emancipazione fu una mossa giusta? Tenete conto degli effetti che ebbe sulla popolazione del sud e del nord, sul morale delle truppe di entrambi gli schieramenti, sull'economia e sulla politica estera.

Beauregard

FU UNA SCUSA PER ATTACCARE IDEOLOGICAMENTE IL SUD.
NON FU E NON E' STATO ANCORA CAPITO DALL'OPINIONE PUBBLICA ATTUALE CHE LA GUERRA NON ERA PER LIBERARE I NEGRI, MA PER AFFOSSARE L'ECONOMIA, LA VITA, IL PENSARE E L'AGIRE DEL SUD.
ANCHE GLI STATI DEL NORD ERANO SCHIAVISTI E LA STORIA HA DIMOSTRATO CHE COSI' E' STATO FINO ALLA META' DEL 1900 E OLTRE..
MI CHIEDO, SE LAVORARE NELLE FRABBRICHE SENZA SERVIZI,AMMASSATI COME ANIMALI, SENZA ASSICURAZIONI E CON ORARI ESTENUANTI NON FOSSE COME LAVORARE NELLE PIANTAGIONI....!?
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Messaggio  forrest Lun 29 Set 2008 - 14:46

Le condizioni di vita degli operai nel Nord,soprattutto quelle degli immigrati,non erano migliori di quelle degli schiavi delle piantagioni meridionali.Ma in quel periodo storico la vita di operai e contadini era durissima ovunque nel mondo,non solo in America.Così come é ridicola la criminalizzazione della Confederazione,sarebbe ugualmente assurdo indicare gli Stati Uniti,d'allora o di oggi,come il ricettacolo di ogni nequizia.
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Messaggio  Ospite Mer 1 Ott 2008 - 0:32

Non dimentichiamo che gli schiavi erano un bene, una proprietà. Era nell'interesse dei padroni accudirli, per garantirne l'efficienza. Il Proclama di Emancipazione fu un atto politico che pretendeva di legiferare in un territorio non più appartenente agli Stati Uniti. Un po' come se l'Impero Britannico avesse dichiarato unilateralmente liberi i servi della gleba dell'Impero Russo. Quanto poi a criminalizzare il Sud per la pratica della schiavitù, questo mi fa sorridere. I filo-unionisti farebbero bene a ricordare da dove provenivano gli equipaggi delle navi negriere (New England), e da quali porti esse salpavano prevalentemente (sempre dal New England). Se per vasta parte della popolazione del Sud la schiavitù era un male necessario, per gli abitanti del Nord, nella migliore delle ipotesi, era una questione indifferente, e, nella peggiore, era una fonte di lucro a cui rinunciare per colpire politicamente i sudisti.

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Messaggio  Ospite Mer 1 Ott 2008 - 15:03

Lincoln corse un grosso rischio,ma gli andò bene,in guerra bisogna rischiare,lo considero uno dei momenti decisivi della guerra,agli occhi dell'opinione pubblica mondiale gli Inglesi non avrebbero mai potuto schierarsi al fianco di una nazione schiavista.

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Messaggio  Yamato-Stuart Mer 1 Ott 2008 - 21:34

Ricordo che stiamo parlando di un presidente quindi ogni sua mossa ogni suo gesto o discorso pubblico aveva "solo" scopo politico. Comunque inizialmente il Proclama ebbe l'effetto contrario difatti molti soldati del Nord si ribellarono (ironia della sorte eh eh) all'idea di combattere per i negri.
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Messaggio  P.G.T. Beauregard Ven 10 Ott 2008 - 18:18

Ma pensate che il proclama aumentò, diminuì o non influenzò per niente la volontà di combattere del sud?

Ciao,
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Messaggio  forrest Sab 11 Ott 2008 - 0:22

Credo che non la influenzò per niente.Certamente non la diminuì.
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Messaggio  Yamato-Stuart Dom 12 Ott 2008 - 11:57

Solo il 6% dei cittadini del Sud possedevano schiavi.

Anche il Nord possedeva schiavi.

L’ultimo schiavo morí 49 anni dopo la fine della guerra, e viveva AL NORD.

Molti generali nordisti possedevano schiavi, anche dopo la guerra e negli Stati del Nord (per esempio Sherman e Grant).

Lo schiavismo era solo una scusa per giustificare l’invasione del Sud da parte del Nord. (Chi ammetterebbe mai di combattere per riscuotere soldi?)

Il proclama di "Emancipazione" di Lincoln liberò gli schiavi solo nei territori confederati, cosicché gli schiavi presenti nel territorio dell’Unione restarono schiavi (a molte grandi città del Sud sotto occupazione del Nord, come New Orleans, fu permesso di tenere schiavi dal momento che erano considerate come appartenenti al territorio dell’Unione, e molti Stati del Nord ancora avevano schiavi).

Questo prova che la sola ragione per la quale gli schiavi furono "liberati" era quella di danneggiare l’economia del Sud, in modo da comprometterne lo sforzo bellico.
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Messaggio  forrest Dom 12 Ott 2008 - 15:00

Ma questo Lincoln lo disse chiaramente:il proclama di emancipazione ea una misura di guerra,che non si applicava agli Stati schiavisti(Maryland,Kentucky,Missouri)che erano rimasti fedeli all'Unione;alo stesso modo Lincoln disse chiaramente che faceva la guerra al Sud unicamente per domare la ribellione,e per riportare gli Stati secessionisti nell'Unione.In questo senso fu molto + onesto degli attuali,sciocchi e ignoranti alfieri del "politically correct".Forse se Lincoln non fosse stato assassinato la schiavitù sarebbe stata abolita in modo graduale.
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Messaggio  Ospite Sab 18 Ott 2008 - 19:25

Mi pare che l'osservazione di Forrest sia puntuale. Peccato gli stia simpatico Custer! Evil or Very Mad Scherzi a parte, il tentativo - riuscito - di Lincoln, col Proclama di Emancipazione, fu quello di sdoganare l'evidente invasione di uno Stato sovrano, per una guerra suprema del Bene contro il Male . Il vecchio Abe, oltre ad aver istituito una delle mode più in voga da allora fra gli amici d'oltreoceano, non poteva toccare una corda più sensibile per il nascente proletariato europeo. Esemplare il messaggio di Alan Van Dyke, rappresentante degli operai di Manchester (UK), indirizzato a Lincoln: "Vi onoriamo gioiosamente per i molti passi decisivi verso l'esemplificazione pratica del Vostro Credo nelle parole dei Vostri Grandi Fondatori: "Tutti gli uomini sono creati uguali". Il Proclama servì ad allontanare gli Inglesi e i Francesi, più che a danneggiare i sudisti. I successi all'estero furono però vanificati dal dissenso in casa. I repubblicani persero quasi subito lo Stato di New York, che passò ipso facto sotto il controllo dei democratici. Ma questo lo sappiamo bene.
Politicamente, il PE fu un passo successivo a quello compiuto dall'Unione a inizio guerra, quando gli ambasciatori US in Europa si affrettarono a rassicurare le varie potenze che quella in atto in "patria" era solo un'insurrezione. Poi la cosa divenne una guerra per il ripristino dell'unità nazionale (presunta). Cercando termini via via più convincenti per coprire le sonanti batoste agli occhi dell'Europa e dell'opinione pubblica in casa sua, Lincoln formulò il Proclama. Infine, nel tentativo di dargli maggiore risalto, averlo emesso dopo il marginale, incerto, discutibile successo unionista di Antietam, rivela quanto l'Unione avesse bisogno di vittorie, più che di belle parole.
Vagliando le ricadute del PE sulla volontà di combattimendo del Sud, direi che fu del tutto indifferente.

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Messaggio  Yamato-Stuart Dom 19 Ott 2008 - 17:42

Lincoln era disposto a quasi ogni compromesso sulla questione della schiavitù pur di salvare l’Unione.
Non era mai stato un abolizionista e aveva sempre promesso di rispettare i diritti degli Stati che intendevano conservare quella peculiare istituzione. Lo ribadì anche nel suo discorso inaugurale alla Casa Bianca: “Non ho il diritto legale di abolirla negli Stati in cui esiste, né ho il desiderio di farlo”.

Ribadisco un Politico

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Messaggio  Ospite Mer 22 Ott 2008 - 10:08

“(…) Io salverei l’Unione. La salverei nel modo più rapido consentito dalla Costituzione. Prima può essere ristabilita l’autorità nazionale, prima l’Unione potrà tornare ad essere come era un tempo. Non sono d’accordo con chi non vuole salvare l’Unione a meno di non salvare la schiavitù. Non sono d’accordo con chi vuole salvare l’Unione a patto di distruggere la schiavitù. Il mio scopo supremo in questa guerra, è di salvare l’Unione, e non di mantenere o distruggere la schiavitù. Se potessi salvare l’Unione senza liberare un solo schiavo, lo farei. Se potessi salvare l’Unione liberandoli tutti, lo farei. Se infine potessi salvare l’Unione liberandone alcuni e lasciando in catene degli altri, farei anche questo. Ciò che faccio per gli schiavi, per i negri, lo faccio perché penso che sia utile alla causa dell’Unione, e ciò che non faccio, non lo faccio perché penso che non sia utile a salvare l’Unione. Farò di meno se avrò la consapevolezza che ciò che faccio danneggi la causa, e farò di più se crederò che fare di più, aiuti la causa. Emenderò gli errori, appena li riconoscerò come tali, e adotterò dei nuovi punti di vista non appena li crederò quelli giusti.
Qui ho espresso le mie intenzioni per quanto concerne il mio mandato, e non intendo modificare il mio auspicio personale, e spesso dichiarato, che tutti gli uomini, ovunque, possano essere liberi.”


Apprendiamo che il punto di vista di Lincoln era vincolato alla necessità fondamentale da lui individuata nel ripristino dell'unità nazionale. Non sarei, pertanto, così categorico nel definire Lincoln un bugiardo. Fu sempre molto chiaro, coerente e rettilineo nei suoi propositi.

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Messaggio  Yamato-Stuart Sab 22 Nov 2008 - 14:45

In risposta ai 3 messaggi sopra questo insisto Lincoln era razzista , voleva far tornare i negri in Africa e la schiavitù, diciamo che, la riteneva dannosa per i bianchi stessi…
Le sue opinioni sulla questione:
Nella proclamazione di emancipazione del settembre 1862 l’abolizionista e nordista lincoln disse :

"ho fatto presente il bisogno di ricolonizzazione dei negri (la ri-deportazione in Africa) e dovro' continuare. La mia proclamazione di emancipazione era collegata a questo piano (la ri-deportazione). Non c'e' spazio per due razze di bianchi in America, ancor meno per due distinte razze umane, di bianchi e di negri....Io non posso pensare ad un disastro piu' grande che l' assimilazione del negro nella nostra vita sociale e politica come nostro uguale....Entro venti anni noi dovremo pacificamente ri-deportare i negri, in condizioni in cui possano risorgere nella piena misura della loro umanita'. Questo non potra' mai essere fatto qui. Noi non potremo mai sottostare agli ideali che i nostri padri sognavano con milioni di stranieri, razza inferiore tra di noi, la cui assimilazione non e' possibile ne' desiderabile."

sono proprio curioso di vedere il film!!!
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Messaggio  forrest Sab 22 Nov 2008 - 14:53

Più o meno le stesse cose le sosteneva,qualche decennio prima,Benjamin Franklin,ancor oggi venerato in America come uno dei padri della Patria.A mio avviso si tratta di argomentazioni dettate dal buon senso,per nulla ignobili,che oggi ci vengono presentate come qualcosa di mostruoso dalla cultura dominante di estrema sinistra.
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Messaggio  George H. Thomas Lun 15 Dic 2008 - 12:50

Non so se sul piano interno fu più un vantaggio o un danno. Ma dal punto di vista estero, servì senz'altro. Infatti, emanato subito dopo il "successo" di Antietam, servì a scoraggiare Gran Bretagna e Francia dallo schierarsi apertamente con la Confederazione, per ragioni morali, che andava a rafforzare la minaccia esplicita di dichiarazione di guerra se solo avessero riconosciuto il nuovo stato.
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Messaggio  Ospite Mar 30 Dic 2008 - 17:43

Beh io direi che in ogni caso fu uno strumento politico applicato alla strategia generale e se consideriamo che in seguito quasi 200000 negri si arruolarono nelle file dell'Unione sicuramente fu un successo personale per Lincoln

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Messaggio  George H. Thomas Mar 30 Dic 2008 - 20:06

Jackson ha scritto:Beh io direi che in ogni caso fu uno strumento politico applicato alla strategia generale e se consideriamo che in seguito quasi 200000 negri si arruolarono nelle file dell'Unione sicuramente fu un successo personale per Lincoln

Questo senz'altro. Oso affermare che potrebbe anche aver dato ai soldati una causa per cui lottare, un motivo, cosa che prima dubito che avessero (certo, potevano dire "combattiamo per eliminare questi ribelli", ma non ha lo stesso effetto di "combattiamo per liberare gli schiavi"). E l'arruolamento dei neri rinforzava il sempre bisognoso esercito, che non dimentichiamo, mentre si stava dissanguando nell'Est, doveva continuare a tenere sotto controllo chissà quanti indiani ostili all'Ovest, magari degli Indiani in combutta con i confederati.
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Messaggio  Ospite Mar 30 Dic 2008 - 22:46

I pellerossa per lo più se ne fregavano altamente dei wasichu anzi........la rivolta di Piccolo Corvo e i Santee nel Minnesota fu da brividi e gli Apache fecero scorrerie a centinaia

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Messaggio  George H. Thomas Mer 31 Dic 2008 - 0:08

Jackson ha scritto:I pellerossa per lo più se ne fregavano altamente dei wasichu anzi........la rivolta di Piccolo Corvo e i Santee nel Minnesota fu da brividi e gli Apache fecero scorrerie a centinaia

Non so niente su queste rivolte, ma quello che voglio dire è che mentre stavano mandando a morire soldati a centinaia nella Virginia e nel Midwest, i leader nordisti avevano anche la necessità di tenere tutti i territori dell'Ovest, mentre la Confederazione fortunatamente non aveva questo problema (aveva rinunciato a attaccare verso Ovest dopo la battaglia di Glorieta Pass). Questo doveva trattenere qualche prezioso migliaio di soldati e diversi ufficiali che altrimenti avrebbero potuto essere gettati nella mischia. Lo stesso generale Grenville M. Dodge, capace generale nordista e brillante ingegnere ferroviario, andò all'Ovest per tenere sotto controllo gli indiani (anche perchè malgrado la guerra la ferrovia transcontinentale era in costruzione, ma non avrebbe potuto esserlo senza la protezione dei federali).
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Messaggio  Benjamin F. Cheatham Mer 31 Dic 2008 - 0:53

Anche se i confederati si allearono con numerose tribu' indiane, dovettero comunque difendere i confini soprattutto quelli del Texas, ed infatti alcune unita' confederate texane furono formate per combattere o meglio difendersi dalle scorrerie degli indiani, mi sembra i comanche.

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Messaggio  Ospite Mer 7 Gen 2009 - 22:56

Benjamin F. Cheatham ha scritto:Anche se i confederati si allearono con numerose tribu' indiane, dovettero comunque difendere i confini soprattutto quelli del Texas, ed infatti alcune unita' confederate texane furono formate per combattere o meglio difendersi dalle scorrerie degli indiani, mi sembra i comanche.

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Infatti furono proprio loro e la questione sarebbe stata risolta solo molto tempo dopo la fine della guerra

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Messaggio  Ospite Lun 16 Feb 2009 - 12:28

Il proclama di Emancipazione fu, naturalmente, una mossa politica che avrebbe voluto avere un risvolto strategico. Dire che la guerra abbia avuto una base ideologica di liberazione degl ischiavi è naturalmente falso, visto che al suo esordio, il fronte anti-schiavista aveva un ruolo decisamente minoritario rispetto al fronte anti-secessione. Naturalmente, nel 1862, la situazione stava assumendo toni preoccupanti. Quella che all'opinione pubblica nordista era presentata non come una guerra, ma come una Rivolta, una Insurrezione, durava, e durava da tanto tempo. Sempre di più erano i ragazzi in giacca blu mandati a sedare l'insurrezione...ed i veterani tornati a casa parlavano. Non si trattava di guerriglieri alla macchia, ma di vere e proprie formazioni da battaglia con armamento pesante, stati maggiori, uniformi, apparato statale alle spalle e via dicendo...bisognava azzerare tutto quello che vi era alle spalle dei combattenti; bisognava fare un qualcosa che allo stesso tempo avrebbe scardinato l'apparato non solo economico, ma sociale del Nemico e che avrebbe dovuto creare, automaticamente, una quinta colonna nel Meridione che avrebbe fatto collassare l'apparato statale ribelle su se stesso: in un sol oconcetto, bisognava tentare di far insorgere gli schiavi. Detta così sembra facile. Ma dalla teoria alla pratica ce ne passava. L'Unione aveva stati schiavisti e, fino a quel momento, non si era proprio parlato di mettere in discussione la Peculiare Istituzione. Ma quale era l'alternativa? Quello che poi sarebbe stato, ovvero mandare ancora tanti soldati al sud al fine di sottomettere la rivolta con il rischio di perdere pian piano consensi (cosa che non avvenne poichè la vittoria giunse prima, ma la rivolta del 1863 fu una pesante scampannellata al cancello). Fu quindi deciso che i rischi erano di certo inferiori alla eventuale opportunità di un Collasso dell'apparato ribelle ed una vittoria automatica, con il sud che avrebbe smesso di combattere e sarebbe addirittura giunto a chiedere l'aiuto delle forze dell'unione per sottomettere le eventuali rivolte violente degli ex-schiavi. E' più o meno in quest'ottica che si è giunti al primio gennaio del 1863 ed al proclama di emancipazione. Il resto è storia: il proclama non ebbe alcun effetto pratico al Sud; la sperata rivolta non ci fu mai, la quinta colonna all'interno della confederazione non si creò, il collasso avvenne nel 1864 economicamente e per impossibilità di colmare i vuoti nelle fila delle forze armate, ma questo non è assolutamente riconducibile al proclama, un tentativo nordista encomiabile e che se fosse andato a buon fine sarebbe stato strategicamente perfetto, ma così non fu.

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Messaggio  P.G.T. Beauregard Mar 28 Set 2010 - 22:33

Visto che si sta parlando di quanto effettivamente l'Unione combatté per abolire la schiavitù, vorrei fare notare che il proclama di emancipazione fatto nel settembre del 1862 annunciava che nel gennaio 1863 gli schiavi situati nei territori ribelli sarebbero stati liberati. Questi territori non erano ancora stati stabiliti ed era impossibile farlo dato che qualunque cosa sarebbe potuta succedere, ciò significa che si davano diversi mesi ai sudisti per ripensare alla secessione e si dava così l'opportunità ai ribelli di tornare nell'Unione dove potevano continuare tranquillamente a mantenere la schiavitù. Solo in un secondo momento vennero resi noti quali territori erano da considerare in rivolta e quindi soggetti al proclama, ma ricordiamo che ad esempio per la Louisiana (e non solo) il proclama prevedeva delle eccezioni rendendolo nullo in alcune parti dello stato.

Ciao


Ultima modifica di P.G.T. Beauregard il Mar 28 Set 2010 - 23:14 - modificato 1 volta.
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