La Guerra Civile Americana 1861-1865
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L'america del 1860 era pronta a liberare gli schiavi?

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L'America e gli Americani del 1860 erano pronti ad abolire la schiavitù?

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Messaggio  P.G.T. Beauregard Gio 20 Feb 2014 - 15:16

Spesso si legge, anche su questo forum, che allo scoppio della guerra civile il sud era consapevole che la schiavitù sarebbe durata ancora poco e che molti proprietari e cittadini illustri del sud erano sempre più propensi a liberare gli schiavi e ad abbandonare l'istituzione. La schiavitù sarebbe durata al massimo per qualche decennio ancora. E' così oppure se non ci fosse stata la guerra la schiavitù avrebbe continuato a prosperare e il problema sarebbe stato rimandato a diversi decenni successivi? Era destinata a morire economicamente, per questioni morali o per altro? I vantaggi dall'utilizzo di manodopera a costo zero avrebbero soffocato i dubbi morali? In sostanza quindi, avremmo davvero assistito ad un qualsiasi tipo di abolizione nei decenni immediatamente successivi al 1860 o sarebbe stato necessario attendere un'altra generazione per assistere ad un qualche tipo di cambiamento? Direi di non tenere conto dei comportamenti riscontrati negli anni della guerra civile perchè dettati da esigenze belliche, economiche e politiche.

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Messaggio  Banshee Gio 20 Feb 2014 - 17:52

Ho scelto l'opzione nr.6. Non credo che il Sud fosse pronto a discutere la bontà morale od economica della schiavitù e a mio parere la stragrande maggioranza della popolazione fosse o no proprietaria di schiavi si poneva il problema. Qualche mente più illuminata forsse riteneva che il problema esistesse ed andasse risolto spontaneamente dall'elite culturale e politica del Sud, ma prima che ciò accadesse sarebbero occorsi svariati decenni. Gli schiavi erano divenuti una parte essenziale della civiltà sudista nel senso più ampio (cioè non solo come mezzo di produzione economica) e senza di essi non sarebbe esistita quella terra a sud della linea Mason-Dixon. Prima che una civiltà così profondamente radicata nello spirito degli uomini del Sud crollasse ci sarebbe voluto molto, molto tempo.

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Messaggio  R.E.Lee Ven 21 Feb 2014 - 18:43

Sin dalla notte dei tempi è il Dio denaro a mandar avanti il mondo, ragion per cui ho votato per l'opzione numero uno ritenendo personalmente la schiavitù un istituzione anti economica e quindi da eliminare, magari gradualmente, ma da abolire. Che riflessi avrebbe poi avuto poi su tutta la struttura socio economica del sud poi si sarebbe visto...d'altronde penso che le menti del sud più illuminate e non erano ben conosce che tale istituzione non sarebbe potuta durare in eterno e  che "business is business"!


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Messaggio  P.G.T. Beauregard Ven 21 Feb 2014 - 23:15

Io voto per l'opzione numero sette. Ritengo che il problema morale posto dalla schiavitù fosse limitato solo ad una sezione della società americana nel 1860, quindi ad alcune fasce della popolazione di ceto sociale elevato o con una particolare formazione culturale/religiosa. Il grosso della popolazione non si poneva il problema e forse non sapeva nemmeno se, come e quando risolverlo. Ma cosa più importante penso che il potenziale economico della schiavitù fosse ancora troppo alto, gli interessi economici precludevano ancora qualsiasi apertura. Nel 1860 la schiavitù era tutt'altro che in crisi, prezzi alle stelle e domanda di manodopera in aumento. Negli ultimi decenni si era trovato il modo di rendere nuovamente redditizie le terre esauste dell'est assistendo ad una ripresa economica non trascurabile, era stato sperimentato con relativo successo l'utilizzo di schiavi in altri settori differenti dall'agricoltura il che avrebbe potuto sopperire al problema dell'esaurimento delle terre aperte e idonee alla schiavitù. Dal punto di vista sociale gli anni immediatamente precedenti alla guerra videro la schiavitù rafforzarsi come sistema di controllo della popolazione e piuttosto che un'apertura, una maggiore sensibilità morale, a mio avviso si riscontra una più forte affermazione della giustezza e della necessità della schiavitù. La schiavitù degli anni '50 era sempre più rigida e severa, sotto certi punti di vista si stavano facendo dei passi indietro piuttosto che verso l'abolizione. Mi riferisco ai sempre più frequenti episodi in cui negri liberi venivano posti o richiedevano di essere nuovamente posti in stato di schiavitù, ai divieti di liberare gli schiavi con testamento al momento della morte del padrone, alle difficoltà che la legge poneva a chi decideva di liberare uno schiavo e ciò che la legge richiedeva a quest'ultimo una volta che fosse diventato libero (solitamente l'imposizione di lasciare lo stato in cui aveva vissuto come schiavo, lasciando eventualmente la famiglia). Prendiamo come esempio lo stato del North Carolina, uno dei più liberali all'inizio del 1800 e che nel giro di 5 decenni irrigidì le proprie leggi finendo con quasi disconoscere se non ricordo male i negri liberi a cui in principio aveva riconosciuto particolari diritti. Ritengo però che molte delle riforme che irrigidirono l'istituzione della schiavitù negli ultimi decenni prima del 1860 non furono dovute ad un cambiamento di vedute razziali o alla volontà di sfruttare al massimo la manodopera gratuita, ma furono indotte dai ciclici attacchi di panico tipici di quegli anni e dalle modalità con cui alcuni abolizionisti combatterono la guerra contro la schiavitù. Credo che almeno una o due generazioni sarebbero dovute passare prima che il sud e l'america fossero pronte economicamente, socialmente e moralmente, ad abolire la schiavitù.

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Messaggio  dan-acw Mar 25 Feb 2014 - 19:37

Ho votato per la sesta opzione. Gli Stati Uniti non erano pronti per l'abolizione della schiavitù ed in fondo neanche se ne interessavano.
Può sembrare brutto da dire ma al sud come al nord a livello umanitario dei negri non interessava niente a nessuno (salvo rare eccezioni)
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Messaggio  Ospite Gio 27 Feb 2014 - 17:55

Gli Stati uniti non erano minimamente pronti all'abolizione della schiavitù nel 1860 così come non lo sarebbero stati nel 1863 od anche immediatamente dopo la guerra in quanto la Schiavitù non era, come spesso si cerca di intenderlo, un sistema morale od ideologico; non era nemmeno in istituto prettamente razziale (è pacifica per tutti noi l'esistenza di padroni di schiavi neri a propria volta e non come eccezione). La schiavitù era in primis un sistema economico, una base economica ed una sua abolizione poteva esser preceduta soltanto da uno o più decenni di lenta emancipazione e conversione di quella economia. Come alla fine sarebbe accaduto naturalmente nel giro di mezzo secolo dal 1860 in poi con la graduale emancipazione degli schiavi ed il loro graduale inserimento nella società americana come cittadini liberi e quindi nel sistema lavorativo e di istruzione. Come sappiamo, questo non avvenne ed il più grande risultato che fu ottenuto non tanto con il Proclama di Emancipazione nel 1863 ma con la sua applicazione effettiva dal 1865 in poi fu quello di CREARE il razzismo, la questione razziale, la disoccupazione di massa, la segregazione e tutta la serie di eventi che avrebbero portato, a metà del XX Secolo, Kennedy a dover usare l'esercito per venire a capo dell'integrazione.

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Messaggio  Levin Gio 28 Ago 2014 - 19:44

Io ho votato per l'opzione numero 6. Il problema dello schiavismo era ritenuto tale da entrambi le parti ma con intesità e prospettive diverse. Il puritanesimo (minoritario) del Nord lo giudicava da un punto di vista eminentemente morale mentre al sud tale aspetto era meno intenso e si espletava o nella "cattiva coscenza" di figure piu o meno illuminate o in una riflessione di carattere puramente economico. In entrambi i casi secondo me il sud non avrebbe mai rinunciato alla schiavitù proprio perché la conversione del lavoro gratuito in salariato avrebbe comportato costi sociali insostenibili primo fra tutti l'equiparazione del proletariato - urbano o rurale - alla popolazione nera liberata. In questo secondo me consiste l'impossibilità di un processo autonomo di emancipazione svolto sotto la direzione del Sud. In sostanza credo che riguardo alla schiavitù l'America allo scoppio della guerra fosse un paese bloccato e impreparato allo stesso tempo al suopamento dello schiavismo. La ricetta perfetta per lasciare alla forza l'ultima parola.
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Messaggio  Von Stauffenberg Gio 28 Ago 2014 - 20:55

Numero sei. Il lavoro a costo zero rappresentato dagli schiavi era, a mio parere, la colonna portante del sistema sudista. Una pietra d'angolo difficile da scartare...
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Messaggio  Generale Meade Lun 29 Giu 2015 - 12:09

Secondo me l'America, o meglio, gli USA del 1860, erano più che pronti, in teoria, a liberare i loro schiavi, considerando che nel resto del continente americano la schiavitù si era già estinta in maniera fisiologica, anche se restava latente in altre svariate forme occulte. Per un latifondista del profondo Sud dare l'equivalente della stessa paga da fame di un operaio del Nord ad un suo ex schiavo non è che cambiava di molto le cose. E' vero che perdeva un capitale economico investito nello schiavo, ma si risparmiava il costo del capillare controllo dello schiavo fino a vita natural durante e inoltre non aveva più da inventarsi imbarazzanti scusanti morali sul diritto alla schiavitù da parte sua, un cittadino facente parte degli USA che sulla libertà individuale, di regola, aveva pur fatto la sua ideologia di vita, risparmiandosi inutili logoramenti sia sul piano intellettuale che su quello prettamente politico/pragmatico. Il problema vero e recondito era un altro. Come dare la libertà, che includeva per forza di cose tutta una serie di diritti, incluso il diritto di voto, a una parte di popolazione che per decenni, se non per secoli, era stata soggiogata sotto il tallone della schiavitù e che ora poteva prendersi la sua rivincita? Come poteva la popolazione bianca del Sud Carolina, per esempio, in minoranza numerica, sopportare di essere governata da chi sino a ieri era un suo devoto o coatto schiavo pronto a reclamare tutti i suoi inalienabili diritti? Tutto ciò impediva, oltre a tutta una serie di motivazioni marginali sulla schiavitù, che nel 1860 fosse possibile per gli stati del profondo Sud essere pronti a liberare i loro schiavi.

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Messaggio  Marzia1969 Lun 29 Giu 2015 - 12:18

Secondo me non erano assolutamente pronti! Il Sud basava tutto il suo reddito sull'esportazione del cotone e quindi sulla schiavitù, finita quella, è finito tutto. So che è solo un romanzo, ma Vi ricordate Ashley di Via Col Vento, quando, una volta diventato povero al termine della guerra, non riusciva neppure a tenere in mano l'ascia per spaccare la legna? Credo che questo la dica lunga su quanto fossero pronti! L'america del 1860 era pronta a liberare gli schiavi? 730441 L'america del 1860 era pronta a liberare gli schiavi? 465928
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Messaggio  Generale Meade Lun 29 Giu 2015 - 12:36

Il Sud degli USA continuò dopo la guerra e continua ancora ad oggi ad esportare cotone senza bisogno della schiavitù. Si poteva trovare diversi compromessi di natura economica per non mettere il Sud in ginocchio prima della guerra. Secondo mè però la vera motivazione è e rimane politica, non economica, cosa che impedì di trovare un compromesso accettabile.

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Messaggio  R.E.Lee Gio 2 Lug 2015 - 12:01

R.E.Lee ha scritto:Sin dalla notte dei tempi è il Dio denaro a mandar avanti il mondo, ragion per cui ho votato per l'opzione numero uno ritenendo personalmente la schiavitù un istituzione anti economica e quindi da eliminare, magari gradualmente, ma da abolire. Che riflessi avrebbe poi avuto poi su tutta la struttura socio economica del sud poi si sarebbe visto...d'altronde penso che le menti del sud più illuminate e non erano ben conosce che tale istituzione non sarebbe potuta durare in eterno e  che "business is business"!


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Il problema era però far capire queste cose al popolo, sia a nord che a sud. Al nord in seguito al proclama di emancipazione, a New York scoppiò una rivolta terribile e ci volle addirittura esercito per reprimerla con un bagno di sangue. Secondo poi il documentario di K.Burns, i 2/5 dell'esercito dell'unione disertò im seguito al suddetto proclama. E si era nel 1863. Nel sud poi mi immagino cosa sarebbe successo nel vedere sciamare per le proprie milioni di neri liberi.....come avrebbe reagito il popolo bianco sapendo che gl uomini di colore sarebbero stati a tutti gli effetti parificati a loro sia come status che, ovviamente, come reddito? (misero per entrambi le fazioni ovvio...).

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