La schiavitù e l'America
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Re: La schiavitù e l'America
Egr, Bell,
colgo l'occasione per chiederle un suo parere o giudizio, a questo punto, sulla schiavitù nel Sud degli USA. Mi parli della schiavitù come dice che dovrebbe essere vista secondo lei, sepre se gentilmente lo ritiene opportuno, attraverso la mentalità di un latifondista meridionale dell'epoca.
Saluti, Meade
colgo l'occasione per chiederle un suo parere o giudizio, a questo punto, sulla schiavitù nel Sud degli USA. Mi parli della schiavitù come dice che dovrebbe essere vista secondo lei, sepre se gentilmente lo ritiene opportuno, attraverso la mentalità di un latifondista meridionale dell'epoca.
Saluti, Meade
Generale Meade- Tenente-generale
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Re: La schiavitù e l'America
Ed io non posso che chiedervi, egregio Mede..."ma davvero vi sembro così vecchio?" No, seriamente. Io sinceramente non ho mai compreso come le persone possano avere la presunzione di dire "io avrei fatto" ed "io sarei stato" parlando di eventi di secoli orsono. Con tutto il rispetto, ma qui nessuno di noi può capire cosa significasse essere un padrone di schiavi, uno schiavo, un soldato nordista o sudista. Che ci piaccia o meno, abbiamo 150 anni di eventi sociali e storici che ci separano da questi eventi e se io ora tentassi di immedesimarmi, come dite voi, in un latifondista meridionale, voi non potreste, ma dovreste iniziare una sequela di epiteti rivolti alla mia persona che andrebero dal mero "ipocrita" al più caricato "somaro" in quanto tanto ho criticato il vostro tentativo seriale di tentare di spiegare quasi in prima cosa pensassero schiavi, nazioni e popoli per poi fare lo stesso spacciandolo per giusto solo perchè sarebbe dal mio punto di vista? Magari ci riuscissi. Avrei la fantasia che vorrei per scrivere romanzi...ma così non è. Io Non sono stato un latifondista meridionale della Confederazione in quegli anni e non posso dirvi cosa significasse esserlo così come voi non potete dirmi cosa significasse essere uno schiavo. Noi possiamo solo leggere dati e quelli, al di là di "bene", "male", giusto e sbagliato mandano totalmente in folle tutte le conclusioni sillogistiche aristoteliche secondo le quali la schiavitù è il male assoluto e che la ribellione ad essa è sempre stata la cosa scelta dai più o sospirata. Fosse stato così, oggi la Guerra Civile Americana sarebbe durata meno del Sonderbund invece di tanti sanguinosi anni. Questa mancata insurrezione è un fatto che davvero rende questo argomento ben più spinoso e da trattare con un'apertura mentale che ha davvero del poco usuale. Questa mancata insurrezione è, in fin dei conti, un fatto e sui fatti noi dobbiamo discutere. Per le sceneggiature c'è Hollywood.
Ultima modifica di Lloyd J. Beall il Mar 25 Mag 2010 - 17:01 - modificato 3 volte.
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Re: La schiavitù e l'America
Egr. Bell,
la ringrazio comunque della disponibiltà.
Saluti, Meade
la ringrazio comunque della disponibiltà.
Saluti, Meade
Generale Meade- Tenente-generale
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Re: La schiavitù e l'America
Sono d'accordo che la schiavitù fosse presente in molti paesi 200 anni fa, anche se, più che consentita, fosse tollerata, almeno nel mondo civilizzato. Il fatto che esistesse non significa che chi la subiva prendesse la cosa a cuor leggero o ne fosse felice, anche se, per paradosso c'era anche chi era contento di essere schiavo. Quando lentamente il proclama di emancipazione si diffuse nella Confederazione tra gli schiavi delle piantagioni, un ex schiavo della Carolina del Sud così descrisse la scena tra i neri della piantagione dove si trovava in schiavitù: "Alcuni erano dispiaciuti, altri offesi, altri ancora silenziosi e felici".
Ci fu chi tentò di cogliere l'occasione per prendersi la sua libertà. Clamoroso esempio fu quello del pilota fluviale nero, Robert Smalls, che nel maggio 1862, preso possesso di una cannoniera confederata, scappò con la famiglia dal porto di Charleston e raggiunse la flotta unionista allineata per il blocco. Questo uomo di colore intraprendente si arruolò poi nella marina unionista e, finita la guerra, riuscì a diventare membro del congresso.
Riguardo gli arruolamenti degli ex schiavi nell'esercito unionista, Lincoln ebbe a dire: "l'utilizzo di truppe di colore era la peggiore sconfitta inflitta ai ribelli".
Tornando alla schiavitù in generale, ci sono molti testi da cui volendo si possono attingere notizie che la schiavitù non fu di certo recepita, anche da molti che la praticavano, come una "cosa buona e giusta". Diciamo che per giustificarla fu vista come una necessità con relative controindicazioni etiche e morali su cui si poteva e si doveva sorvolare.
Saluti, Meade
Ci fu chi tentò di cogliere l'occasione per prendersi la sua libertà. Clamoroso esempio fu quello del pilota fluviale nero, Robert Smalls, che nel maggio 1862, preso possesso di una cannoniera confederata, scappò con la famiglia dal porto di Charleston e raggiunse la flotta unionista allineata per il blocco. Questo uomo di colore intraprendente si arruolò poi nella marina unionista e, finita la guerra, riuscì a diventare membro del congresso.
Riguardo gli arruolamenti degli ex schiavi nell'esercito unionista, Lincoln ebbe a dire: "l'utilizzo di truppe di colore era la peggiore sconfitta inflitta ai ribelli".
Tornando alla schiavitù in generale, ci sono molti testi da cui volendo si possono attingere notizie che la schiavitù non fu di certo recepita, anche da molti che la praticavano, come una "cosa buona e giusta". Diciamo che per giustificarla fu vista come una necessità con relative controindicazioni etiche e morali su cui si poteva e si doveva sorvolare.
Saluti, Meade
Generale Meade- Tenente-generale
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Re: La schiavitù e l'America
George Armstrong Custer ha scritto:Anche con la mentalità di 150 anni fa la schiavitù era considerata un'istituzione (?) barbarica e indegna di un paese civile.
Secondo molti oggi lo è anche mangiare carne. Se un giorno farlo sarà vietato per legge i vegetariani saranno considerati i pochi illuminati mentre noi un branco di cavernicoli. Sarebbe giusto ?
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Re: La schiavitù e l'America
Generale Meade ha scritto: "...Tornando alla schiavitù in generale, ci sono molti testi da cui volendo si possono attingere notizie che la schiavitù non fu di certo recepita, anche da molti che la praticavano, come una "cosa buona e giusta". Diciamo che per giustificarla fu vista come una necessità con relative controindicazioni etiche e morali su cui si poteva e si doveva sorvolare.
Saluti, Meade
caro meade,
non ho mai detto che la schiavitù fosse "cosa buona e giusta ", altrimenti qui passo come un sostenitore della schiavitù in generale. mi sono limitato solo a far presente un dato di fatto.
Lee
R.E.Lee- Moderatore - Tenente-generale
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Re: La schiavitù e l'America
Caro Lee,
non mi riferivo a te ma in generale agli schiavisti che asserivano che, siccome nella bibbia c'erano riferimenti alla schiavitù, allora per il "Signore" era più che giustificata.
Saluti, Meade
non mi riferivo a te ma in generale agli schiavisti che asserivano che, siccome nella bibbia c'erano riferimenti alla schiavitù, allora per il "Signore" era più che giustificata.
Saluti, Meade
Ultima modifica di Generale Meade il Gio 27 Mag 2010 - 22:27 - modificato 1 volta.
Generale Meade- Tenente-generale
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Re: La schiavitù e l'America
Tornando alla schiavitù in America, quando nell'aprile 1861 cominciarono le ostilità, l'Unione e la Confederazione erano due Stati schiavisti!!! che combattevano per motivi che non c'entravano con l'Istituzione che entrambi conservavano.
Claudio
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Benjamin F. Cheatham- Tenente-generale
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Re: La schiavitù e l'America
Non capisco che motivo vi era di secedere allora se entrambi i contendenti erano schiavisti. Forse che vi erano dei distinguo?
Saluti, Meade
Saluti, Meade
Generale Meade- Tenente-generale
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Re: La schiavitù e l'America
proprio questo è il punto, non si combattè per la schiavitù!
Claudio
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Benjamin F. Cheatham- Tenente-generale
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Re: La schiavitù e l'America
Benjamin F. Cheatham ha scritto:proprio questo è il punto, non si combattè per la schiavitù!
Claudio
A volte sembra davvero che si arrivi sempre a chiarirlo questo punto per poi reiniziare daccapo come se nulla fosse stato...
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Re: La schiavitù e l'America
Se non erro, in caso di vittoria di Lincoln, il Sud Carolina dichiarò apertamente che avrebbe secceduto. Che intenzioni losche aveva Lincon con tale stato per farli prendere una simile decisione?
Perchè poi il West Virginia si staccò dallo stato madre quando questo decise per la secessione dall'Unione? Forse che in quei luoghi non essendoci schiavi non c'era bisogno di secedere?
Saluti, Meade
Perchè poi il West Virginia si staccò dallo stato madre quando questo decise per la secessione dall'Unione? Forse che in quei luoghi non essendoci schiavi non c'era bisogno di secedere?
Saluti, Meade
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Re: La schiavitù e l'America
Benjamin F. Cheatham ha scritto:proprio questo è il punto, non si combattè per la schiavitù!
Claudio
Infatti. la risposta del ns Benny semplice, coincisa, racchiude un fatto: non si combattè per la schiavitù. tale problema venne fuori durante il corso della guerra per motivi propagandistici soprattutto in politica estera. ritengo che il prof.Luraghi con poche parole abbia centrato la questione: "....la guerra per la liberazione dalla schiavitù, si combattè in europa, non negli Usa..". ho citato più o meno testualmente.
Lee
R.E.Lee- Moderatore - Tenente-generale
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Re: La schiavitù e l'America
R.E.Lee ha scritto:Benjamin F. Cheatham ha scritto:proprio questo è il punto, non si combattè per la schiavitù!
Claudio
Infatti. la risposta del ns Benny semplice, coincisa, racchiude un fatto: non si combattè per la schiavitù. tale problema venne fuori durante il corso della guerra per motivi propagandistici soprattutto in politica estera. ritengo che il prof.Luraghi con poche parole abbia centrato la questione: "....la guerra per la liberazione dalla schiavitù, si combattè in europa, non negli Usa..". ho citato più o meno testualmente.
Lee
Infatti è curioso come la visione della "guerra per gli schiavi" persista ancora forte fuori dagli Stati Uniti mentre in essi ci si è sforzati di guardare ben oltre analizzando le motivazioni economiche e politiche della guerra.
Ospite- Ospite
La Ferrovia Sotterranea - Underground Railroad
Con la nascita del National Anti-Slavery Society a Filadelfia nel 1833 che insieme a varie associazioni abolizioniste nel 1840 contavano già duecentomila aderenti, si organizzò al meglio la "Ferrovia Sotterranea", una rete segreta di solidarietà che nascondeva e proteggeva gli schiavi fuggiaschi nata agli inizi del 1800. Partiva dal profondo Sud e arrivava sino al Canada.
I dati sugli schiavi che riuscirono a scappare aiutati da questa organizzazione clandestina sono contrastanti. La forbice spazia da 30.000 a 100.000 circa, ma secondo l'US Census sarebbero stati solo 6.000. Si sa che raggiunse il culmine del suo apice dal 1810 al 1850. Inizialmente tali schiavi venivano aiutati ad arrivare negli stati del nord degli USA come l'Ohio, ma dopo l'approvazione da parte del Congresso USA della seconda legge sugli schiavi fuggiaschi nel 1850, che permetteva ai proprietari di schiavi di organizzare la ricattura degli schiavi con squadre di uomini armati in tutti gli Stati degli USA, gli schiavi fuggitivi vennero aiutati ad arrivare sino al Canada, nel Messico o nelle isole caraibiche.
Si escogitarono vari stratagemmi per portare a buon fine la fuga. Si fece uso di travestimenti e codici segreti chiamati "grapevine telegraph" che passavano di stazione in stazione ed avvisavano dell'arrivo dei fuggitivi. I mulatti si fingevano bianchi e le donne usavano travestirsi da uomini. Ogni fuga era meticolosamente preparata in anticipo e si cercava di non lasciare nulla al caso. Chi arrivava a liberare gli schiavi si faceva passare per commerciante di schiavi o altro. Di solito gli schiavi venivano avvisanti dell'imminente fuga con canzoni del tipo "O Canaan, dolce Canaan, sono diretto alla terra di Canaan". Di solito i fuggitivi venivano tenuti nascosti di giorno nelle "stazioni" dove potevano rifocillarsi e riposare e ottenere informazioni per la fuga, mentre di notte proseguivano il viaggio a piedi aiutati dalle guide che si orientavano nel percorso con la stella polare o da corsi d'acqua conosciuti.
Il mantenimento della Ferrovia Sotterranea da parte degli attivisti antiabolizionisti non era senza rischi. Le pene, se il piano di fuga fosse stato scoperto, erano molto gravi. Le principali guide dell'organizzazione furono sia bianchi che neri, tra cui spiccò per il grande coraggio l'eroina ex schiava Harriet Tubman, che nonostante una taglia che gli pesava sul capo, ritornò numerose volte negli Stati del profondo Sud a suo rischio e pericolo, riuscendo a far fuggire numerosi schiavi. Altro personaggio pittoresco che contribuì alla Ferrovia Sotterranea fu John Brown.
Per contrastare tali fughe i piantatori del Sud raddoppiarono gli sforzi riuscendo in gran parte ad arginale il fenomeno, tanto che nel 1860 il 90% della gente di colore viveva negli ancora negli Stati del Sud.
La documentazione sulla Ferrovia Sotteranea venne quasi del tutto censurata e soppressa, pertanto molte delle notizie al riguardo sono delle ipotesi fatte dagli studiosi.
Le principali vie di fuga della Ferrovia Sotterranea.
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Meade
I dati sugli schiavi che riuscirono a scappare aiutati da questa organizzazione clandestina sono contrastanti. La forbice spazia da 30.000 a 100.000 circa, ma secondo l'US Census sarebbero stati solo 6.000. Si sa che raggiunse il culmine del suo apice dal 1810 al 1850. Inizialmente tali schiavi venivano aiutati ad arrivare negli stati del nord degli USA come l'Ohio, ma dopo l'approvazione da parte del Congresso USA della seconda legge sugli schiavi fuggiaschi nel 1850, che permetteva ai proprietari di schiavi di organizzare la ricattura degli schiavi con squadre di uomini armati in tutti gli Stati degli USA, gli schiavi fuggitivi vennero aiutati ad arrivare sino al Canada, nel Messico o nelle isole caraibiche.
Si escogitarono vari stratagemmi per portare a buon fine la fuga. Si fece uso di travestimenti e codici segreti chiamati "grapevine telegraph" che passavano di stazione in stazione ed avvisavano dell'arrivo dei fuggitivi. I mulatti si fingevano bianchi e le donne usavano travestirsi da uomini. Ogni fuga era meticolosamente preparata in anticipo e si cercava di non lasciare nulla al caso. Chi arrivava a liberare gli schiavi si faceva passare per commerciante di schiavi o altro. Di solito gli schiavi venivano avvisanti dell'imminente fuga con canzoni del tipo "O Canaan, dolce Canaan, sono diretto alla terra di Canaan". Di solito i fuggitivi venivano tenuti nascosti di giorno nelle "stazioni" dove potevano rifocillarsi e riposare e ottenere informazioni per la fuga, mentre di notte proseguivano il viaggio a piedi aiutati dalle guide che si orientavano nel percorso con la stella polare o da corsi d'acqua conosciuti.
Il mantenimento della Ferrovia Sotterranea da parte degli attivisti antiabolizionisti non era senza rischi. Le pene, se il piano di fuga fosse stato scoperto, erano molto gravi. Le principali guide dell'organizzazione furono sia bianchi che neri, tra cui spiccò per il grande coraggio l'eroina ex schiava Harriet Tubman, che nonostante una taglia che gli pesava sul capo, ritornò numerose volte negli Stati del profondo Sud a suo rischio e pericolo, riuscendo a far fuggire numerosi schiavi. Altro personaggio pittoresco che contribuì alla Ferrovia Sotterranea fu John Brown.
Per contrastare tali fughe i piantatori del Sud raddoppiarono gli sforzi riuscendo in gran parte ad arginale il fenomeno, tanto che nel 1860 il 90% della gente di colore viveva negli ancora negli Stati del Sud.
La documentazione sulla Ferrovia Sotteranea venne quasi del tutto censurata e soppressa, pertanto molte delle notizie al riguardo sono delle ipotesi fatte dagli studiosi.
Le principali vie di fuga della Ferrovia Sotterranea.
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Meade
Generale Meade- Tenente-generale
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Re: La schiavitù e l'America
Abolizionista scrive:
.Temo che il non "potere" sia piuttosto una scusa per il non "volere".
Come è stato fatto notare da molti storici la schiavitù rendeva molto, ma molto bene.
I signori feudali del sud avevano paura di perdere il loro impero economico(e accanto a questo, quello politico-sociale) altrimenti perchè non accettare la proposta di un abolizione graduale?
Perchè altrimenti, dopo l'invenzione del cotton jin, smettere di pensare al rimpatrio dei neri?
Ricordo anche che nella convenzione di Charleston, mentre si scriveva la carta costituzionale del sud, fu avanzata(mi pare dalla Florida, ma forse sbaglio) l'idea di riattivare il commercio di schiavi neri dall'africa nera
Potrei poi ricordare il caso Dread scott e l'intenzione degli stati sudisti di espandere la schiavitù verso nord con la legge soggiorno e transito...
Per non parlare di Cuba dove vi voleva mettere le mani su 500.000(mi pare, scusate la scarsa memoria) neri liberi da rimettere in schiavitù.
Insomma, non voglio sembrare come un converso acceso di zelo per una nuova causa, non sono più un ragazzino.
Purtroppo le intenzioni del sud non erano buone e la comferma, come storico, mi viene dalle fonti molto citate da diversi autori. .
Caro Abolizionista,
i sudisti non volevano di certo riaprire la tratta dei neri o espandere la schiavitù per ragioni di solidarietà verso della gente che si trovava in condizioni di sottosviluppo e pertanto aveva bisogno di essere elevata materialmente e spiritualmente. No. Il Sud aveva bisogno dei neri per reggere la sua economia che aveva bisogno di manodopera a bassissimo costo per lavorare nei campi di cotone o di tabacco. Non poteva fare a meno della manodopera servile. Abolire la schiavitù significava per quegli Stati dover dare inoltre diritti alla massa dei neri e (in Sud Carolina erano la maggioranza della popolazione) la cosa poteva diventare potenzialmente esplosiva. Si era a metà del 1800 e, non solo in America, ma nel resto del mondo dominato dai paesi occidentali europei le popolazioni indigene sottomesse subivano il tallone del razzismo e dell'arroganza dei colonizzatori che, con la scusa di civilizzare tali popolazioni, le sfuttavano e con esse il loro territorio per fini strettamente economici. Vedi la democratica Inghilterra e il suo immenso impero coloniale. L'alternativa per il Sud era il rimpatrio degli schiavi eventualmente liberati e stravolgere nell'immediato la sua economia portandola il più velocemente possibile al livello di quella degli Stati del Nord. Cosa che ritengo sarebbe stata assai ardua . Inoltre, verso dove riportare gli ex eventuali schiavi liberati?. La Liberia risultò un fallimento per i neri del Nord e pure le altre alternative prese in considerazione. Lo stesso sarebbe accaduto nel Sud. Per questo ho scritto che il Sud più che volere non poteva abolire la schiavitù. L'unica alternativa reale era una graduale abolizione nel medio e lungo tempo. La cosa non avrebbe portato immediato beneficio ai neri e il razzismo e le fobie dei bianchi non sarebbero cessate, e credo ancora non siano cessate al giorno d'oggi. La discriminazione della gente di colore sarebbe sicuramente continuata ma, il problema si sarebbe risolto in modo assai meno cruento e sanguinoso.
Meade
.Temo che il non "potere" sia piuttosto una scusa per il non "volere".
Come è stato fatto notare da molti storici la schiavitù rendeva molto, ma molto bene.
I signori feudali del sud avevano paura di perdere il loro impero economico(e accanto a questo, quello politico-sociale) altrimenti perchè non accettare la proposta di un abolizione graduale?
Perchè altrimenti, dopo l'invenzione del cotton jin, smettere di pensare al rimpatrio dei neri?
Ricordo anche che nella convenzione di Charleston, mentre si scriveva la carta costituzionale del sud, fu avanzata(mi pare dalla Florida, ma forse sbaglio) l'idea di riattivare il commercio di schiavi neri dall'africa nera
Potrei poi ricordare il caso Dread scott e l'intenzione degli stati sudisti di espandere la schiavitù verso nord con la legge soggiorno e transito...
Per non parlare di Cuba dove vi voleva mettere le mani su 500.000(mi pare, scusate la scarsa memoria) neri liberi da rimettere in schiavitù.
Insomma, non voglio sembrare come un converso acceso di zelo per una nuova causa, non sono più un ragazzino.
Purtroppo le intenzioni del sud non erano buone e la comferma, come storico, mi viene dalle fonti molto citate da diversi autori. .
Caro Abolizionista,
i sudisti non volevano di certo riaprire la tratta dei neri o espandere la schiavitù per ragioni di solidarietà verso della gente che si trovava in condizioni di sottosviluppo e pertanto aveva bisogno di essere elevata materialmente e spiritualmente. No. Il Sud aveva bisogno dei neri per reggere la sua economia che aveva bisogno di manodopera a bassissimo costo per lavorare nei campi di cotone o di tabacco. Non poteva fare a meno della manodopera servile. Abolire la schiavitù significava per quegli Stati dover dare inoltre diritti alla massa dei neri e (in Sud Carolina erano la maggioranza della popolazione) la cosa poteva diventare potenzialmente esplosiva. Si era a metà del 1800 e, non solo in America, ma nel resto del mondo dominato dai paesi occidentali europei le popolazioni indigene sottomesse subivano il tallone del razzismo e dell'arroganza dei colonizzatori che, con la scusa di civilizzare tali popolazioni, le sfuttavano e con esse il loro territorio per fini strettamente economici. Vedi la democratica Inghilterra e il suo immenso impero coloniale. L'alternativa per il Sud era il rimpatrio degli schiavi eventualmente liberati e stravolgere nell'immediato la sua economia portandola il più velocemente possibile al livello di quella degli Stati del Nord. Cosa che ritengo sarebbe stata assai ardua . Inoltre, verso dove riportare gli ex eventuali schiavi liberati?. La Liberia risultò un fallimento per i neri del Nord e pure le altre alternative prese in considerazione. Lo stesso sarebbe accaduto nel Sud. Per questo ho scritto che il Sud più che volere non poteva abolire la schiavitù. L'unica alternativa reale era una graduale abolizione nel medio e lungo tempo. La cosa non avrebbe portato immediato beneficio ai neri e il razzismo e le fobie dei bianchi non sarebbero cessate, e credo ancora non siano cessate al giorno d'oggi. La discriminazione della gente di colore sarebbe sicuramente continuata ma, il problema si sarebbe risolto in modo assai meno cruento e sanguinoso.
Meade
Ultima modifica di Generale Meade il Lun 27 Set 2010 - 11:58 - modificato 1 volta.
Generale Meade- Tenente-generale
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Re: La schiavitù e l'America
Ricordo che Lincoln non parlò mai prima della guerra, di "abolire la schiavitù negli stati ove essa vigeva", "non ho il potere ne il volere di farlo", affermò più o meno testualmente. bensì voleva evitare che essa si propagasse nei nuovi stati che si sarrebbero via via formati. è quà che avvenne semmai lo "sfrizionamento" frà nord e sud, ma non certo per ragioni umanitarie.
La schiavitù, istituzione riprovevole sù questo sono d'accordo, esisteva nell'800 praticamente in tutto il continente americano....che piaccia a no...
La schiavitù, istituzione riprovevole sù questo sono d'accordo, esisteva nell'800 praticamente in tutto il continente americano....che piaccia a no...
R.E.Lee- Moderatore - Tenente-generale
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Re: La schiavitù e l'America
A parte gli Stati di confine, nel Nord la schiavitù si era estinta da tempo. Il che non voleva dire che la popolazioni di colore vivesse in modo idilliaco in tali regioni, ma questo è un altro capitolo. Di Lincoln di solito si ricordano le frasi di comodo (sia chi parteggia per il Nord che viceversa) ma, come ho avuto modo di dire in passato, Lincoln sulla schiavitù disse tutto e il contrario di tutto, ma la sua vera intenzione era di abolirla. Diversamente non avrebbe invitato gli stati unionisti di confine schiavisti a trovare una soluzione per abolirla con relativo indennizzo, molto prima del proclama di emancipazione. Come ulteriore conferma vi è la secessione e lo scoppio della guerra. Che motivo avevano i meridionali di secedere se non quello di vedere in Lincoln un potenziale avversario della "peculiare istituzione"? Se avesse vinto Dauglas non ci sarebbe stata nessuna scusa per secedere.
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Re: La schiavitù e l'America
Scuisatemi gentili ufficiali se non sono d'accordo con quanto affermate.
Se è pur vero che nel mondo dell'800 il razzismo imperava e le popolazioni "native" erano sottomesse(agli indiani è andata peggio che a tanti altri visto che sono stati quasi del tutto sterminati) e anche vero che la schiavitù, intesa nel senso classico(greco-romano) del termine vigeva in pochissimi sttai(se non ricordo male solo in USA e Brasile).
Nessuno sostiene che a nord i neri fossero cittadini integrati e felici(basta pensare che nel 1900 ancora in certi stati sopra la Mason-Dixon, ragazzi di colore erano linciati per aver abbordato e coreteggiato ragazze bianche), tuttavia erano liberi.
Inoltre la schiavitù, come fece notare sempre Lincoln, era un problema da un punto di vista non solo morale ma anche politico.
Finchè la schiavitù fosse stata tollerata le parole della costituzione sarebbero suonate false(potrei citare Lincoln ma, mi scusino, sono un po' lassista e mi fa fatica cercare le parole giuste )
Se è vero che in un primo tempo il governo evitò di fare guerra alla schiavitù direi che il sentimento generale del popolo dell'unione non può venier bollato solo come Hobby(come fanno taluni), l'antischiavismo(che si. è vero, non vuol dire egualitarismo) era un sentimento molto forte tra i ragazzi in blu.
Una parola anche per l'egregio generale Lee a proposito dell'abolizione della schiavitù da parte di Lincoln.
Se è vero che Lincoln era abolizionista(e mi pare che non ci fossero dubbi) era più ancora uomo dell'unione e voleva salvare in primis l'unione cercando di abolire la sciavitù in maniera soft.
E' ovvio che l'interesse del sud era mantenere la schiavitù e che non era pronto ad abolire la schiavitù ne nel 1860 ne, potenzialmente, mai.
E faccio notare anche che la schiavitù esisteva, nel 1860 solo in Brasile e Stati uniti.
C'era anche nelle colonie spagnole ma esisteva una forte componente di neri liberi o semi-liberi.
Una tesi (ventilata da alcuni storici e da altri espressa più chiaramente) vede il sud come allergico alla democrazia e dunque incapace di trovare il suo spazio all'interno di una nazione che via via divenne sempre più democratica ed aperta.
Paralleli storici non mancano, basterà citare(facendo debite proporzioni) il caso del Sud Africa e della Rodhesia.
Se è pur vero che nel mondo dell'800 il razzismo imperava e le popolazioni "native" erano sottomesse(agli indiani è andata peggio che a tanti altri visto che sono stati quasi del tutto sterminati) e anche vero che la schiavitù, intesa nel senso classico(greco-romano) del termine vigeva in pochissimi sttai(se non ricordo male solo in USA e Brasile).
Nessuno sostiene che a nord i neri fossero cittadini integrati e felici(basta pensare che nel 1900 ancora in certi stati sopra la Mason-Dixon, ragazzi di colore erano linciati per aver abbordato e coreteggiato ragazze bianche), tuttavia erano liberi.
Inoltre la schiavitù, come fece notare sempre Lincoln, era un problema da un punto di vista non solo morale ma anche politico.
Finchè la schiavitù fosse stata tollerata le parole della costituzione sarebbero suonate false(potrei citare Lincoln ma, mi scusino, sono un po' lassista e mi fa fatica cercare le parole giuste )
Se è vero che in un primo tempo il governo evitò di fare guerra alla schiavitù direi che il sentimento generale del popolo dell'unione non può venier bollato solo come Hobby(come fanno taluni), l'antischiavismo(che si. è vero, non vuol dire egualitarismo) era un sentimento molto forte tra i ragazzi in blu.
Una parola anche per l'egregio generale Lee a proposito dell'abolizione della schiavitù da parte di Lincoln.
Se è vero che Lincoln era abolizionista(e mi pare che non ci fossero dubbi) era più ancora uomo dell'unione e voleva salvare in primis l'unione cercando di abolire la sciavitù in maniera soft.
E' ovvio che l'interesse del sud era mantenere la schiavitù e che non era pronto ad abolire la schiavitù ne nel 1860 ne, potenzialmente, mai.
E faccio notare anche che la schiavitù esisteva, nel 1860 solo in Brasile e Stati uniti.
C'era anche nelle colonie spagnole ma esisteva una forte componente di neri liberi o semi-liberi.
Una tesi (ventilata da alcuni storici e da altri espressa più chiaramente) vede il sud come allergico alla democrazia e dunque incapace di trovare il suo spazio all'interno di una nazione che via via divenne sempre più democratica ed aperta.
Paralleli storici non mancano, basterà citare(facendo debite proporzioni) il caso del Sud Africa e della Rodhesia.
Abolizionista- Tenente
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Re: La schiavitù e l'America
Nel 1800 la schiavitù fu ufficialmente abolita in quasi tutto il mondo, ma ci si dimentica che varie forme larvate di lavoro/ricatto erano forme di schiavitù mascherate. Vedi i peones in Messico e in generale i deleritti in tutto il Sud America, gli indiani sotto il tallone inglese in India ecc. ecc..
Mancavano giusto le catene e la frusta.
Meade
Mancavano giusto le catene e la frusta.
Meade
Generale Meade- Tenente-generale
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Re: La schiavitù e l'America
..."Abolizionista ha scritto:
"...Una parola anche per l'egregio generale Lee a proposito dell'abolizione della schiavitù da parte di Lincoln..
Caro Abolizionista,
ti ringrazio per l'aggettivo "egregio", che trà l'altro non credo di meritatare... per il resto non sarei d'accordo...
Lee
R.E.Lee- Moderatore - Tenente-generale
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Re: La schiavitù e l'America
Non saprei.
In effetti il presidente LIncoln non faceva mistero di voler abolire la schiavitù, ma è anche vero che in campagna elettorale fece molti discorsi conciliatori verso i meridionali.
D'altronde non sappiamo cosa avrebbe potuto fare visto che il sud secedette prima di dargli la possibilità di esprimere una linea politica.
In effetti il presidente LIncoln non faceva mistero di voler abolire la schiavitù, ma è anche vero che in campagna elettorale fece molti discorsi conciliatori verso i meridionali.
D'altronde non sappiamo cosa avrebbe potuto fare visto che il sud secedette prima di dargli la possibilità di esprimere una linea politica.
Abolizionista- Tenente
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Re: La schiavitù e l'America
Generale Meade ha scritto:A voler abolire la schiavitù per motivi etico/umanitri non erano comunque pochini. Anche al Sud vi erano abolizionisti convinti. I neri comunque subivano discriminazioni pesanti sia al Nord che al Sud. L'abolizionismo non era esente dal razzismo. Per giustificare la schiavitù, alcuni storici parlano di paternalismo dei padroni verso gli schiavi e in pratica di una schiavitù soft, ma la verità è che il padrone, alcune se alcune volte poteva dimostrare umanità, in fin dei conti considerava lo schiavo una sorta di ibrida proprietà animata, un oggetto da far fruttare il meglio possibile, cercando naturalmente di non danneggiarlo per non averne ricadute economiche. L'abolizione forzata della schiavitù nel dopoguerra poi, generò nei meridionali un senso di repulsione verso i neri aggravando la già precaria situazione.
Meade
Una piccola precisazione.
Lungi da me l'essere uno che difende come linea di principio l'istituzione della schiavitù. in molti miei post scritti nei mesi (ed anni) precedenti l'ho definita un istituzione riprovevole. ho trovato in effetti anchio un pò bonarie le giustificazioni che alcuni storici (Luraghi ) forniscono sull'adozione della sschiavitù. ciò non toglie che ritengo che le cause scatenanti il conflitto furono principalmente altre.
Lee
R.E.Lee- Moderatore - Tenente-generale
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Re: La schiavitù e l'America
Caro Lee,
ci puoi esporre gentilmente le altre motivazioni, ritenute da te valide, che generarono il conflitto oltre la schiavitù?
Meade
ci puoi esporre gentilmente le altre motivazioni, ritenute da te valide, che generarono il conflitto oltre la schiavitù?
Meade
Generale Meade- Tenente-generale
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