La Guerra Civile Americana 1861-1865
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John Brown e il raid ad Harpers Ferry

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Messaggio  P.G.T. Beauregard Ven 16 Ott 2009 - 21:22

Centocinquanta anni fa John Brown e la sua banda di abolizionisti diedero inizio al raid contro la cittadina di Harpers Ferry in Virginia. Il proposito di John Brown era quello di scatenare una rivolta di schiavi, armarli e distruggere la schiavitù. Tuttavia il progetto degenerò presto e ironicamente la loro prima vittima fu proprio uno schiavo liberato. Sebbene la banda riuscì ad impossessarsi dell'arsenale, la milizia della Virginia che si precipitò sul posto assieme ad alcune compagnie dell'esercito federale bloco John Brown e i suoi uomini all'interno del paesino. Alla fine dei tre giorni si contavano le vittime, alcuni civili tra cui il sindaco della città, due marines e buona parte degli uomini di Brown tra cui anche i suoi figli. Nel 1859 la situazione in america era molto tesa ma fino ad allora non si era mai giunti ad un simile scontro, se non solo nella lontana frontiera in Kansas. Questo raid portò la violenza all'est ed estraniò definitivamente il sud dall'Unione che si vedeva minacciato concretamente da una forza violenta in grado di uccidere civili innocenti. Il raid fu una delle grandi scintille che fecero scoppiare la guerra civile, ma quale fu la sua reale gravità? Fu la minaccia dell'abolizionismo ad estraniare il sud o il fatto che della gente del nord, finanziata da ricchi settentrionali, poteva andare armata a casa di altri e con la forza imporre le proprie idee? Il raid segnò il punto di non ritorno oppure la situazione era già compromessa? Con lo scoppio della guerra l'episodio e i protagonisti verranno strumentalizzati, da una parte come paladini della libertà e patrioti, dall'altra come folli assassini che odiavano la società e lo stile di vita meridionale. Questa è una discussioneper approfondire il personaggio di John Brown, il raid e gli effetti che ebbe nell'america del 1859-1861.

Per approfondire e ricordare questo evento, che da alcuni viene definito come il punto di partenza della guerra civile, ho creato un piccolo sito: http://www.harpersferry.altervista.org

Ciao,
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Messaggio  George Armstrong Custer Ven 16 Ott 2009 - 21:39

Alla precisa ricostruzione di Beauregard,volevo aggiungere che le truppe federali incaricate di reprimere la rivolta di John Brown ad Harper's Ferry erano comandate dall'allora Colonnello Robert E.Lee,affiancato dal tenente J.E.B.Stuart.
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Messaggio  Benjamin F. Cheatham Ven 16 Ott 2009 - 21:48

Prima di tutto complimenti per il "piccolo sito", ma anche per la segnalazione dell'anniversario di questo avvenimento nel nostro forum. In effetti, l'episodio in se è di poca rilevanza, l'occupazione di un arsenale militare e la conseguente uccisione/cattura dei rivoltosi acquisi un profondo significato in seguito. Segnò nelle due nazioni ancora unite una definitiva frattura non più ricucibile e la rese quasi palpabile. Ho un libro di un mio concittadino, il genovese Giulio Schenone del 1984 edito da Mursia, che lessi trooooooppi anni fa, ma ricordo che diceva fra l'altro che, il capolavoro di John Brown non fu il raid, ma il processo dove resosi conto di quale sarebbe stata la sua sorte, recitò meglio di Robert DeNiro presentandosi come un martire degli schiavisti, conquistandosi il favore degli Stati del Nord. Ma tutti gli omicidi precedenti?

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Messaggio  George Armstrong Custer Ven 16 Ott 2009 - 22:04

Riallacciandomi a quanto scritto dal ns Cheatham,anche durante l'esecuzione della sentenza di morte tramite impiccagione,Brown mantenne un comportamento fermo e dignitoso.Alcuni commentatori Sudisti dissero,al riguardo,che la condanna a morte di Brown fosse stato un errore perchè il medesimo divenne un martire per la causa del Nord.
Il film "Santa Fè Trail",titolo it."I Pascoli dell'odio",di tantissimi anni fa, con Errol Flynn che interpreta un giovane ten.Stuart e Raymond Massey che interpreta Brown, rende con efficacia tali momenti drammatici.
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Messaggio  Ospite Ven 16 Ott 2009 - 22:09

Rievocazione importante di quello che potrebbe benissimo esser considerato un atto di terrorismo con conseguenze anche per civili. L'impiccagione traformò un fanatico in un martire

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Messaggio  P.G.T. Beauregard Ven 16 Ott 2009 - 22:19

Sì, potrebbe essere considerato terrorismo ma personalmente non mi piace accostare quella definizione con questi episodi. Con l'esecuzione, John Brown divenne un martire mentre fino a pochi mesi prima era considerato da molti un fanatico e un criminale, perfino dal governo. Vennero poi creati molti miti per farlo sembrare una santo di fronte a una corte di mostri, egli stesso contribuì come dice il nostro Cheatham a montare queste storie inventando e dichiarando il falso durante il processo. Si può forse dire che gli venne costruito intorno un alone di menzogne tramite cui poter attaccare il sud.

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Messaggio  George Armstrong Custer Ven 16 Ott 2009 - 22:37

Va anche detto che nel Nord le esternazioni mosse da Brown al suo processo colpirono l'immaginazione di quei ceti medi bianchi che fino ad allora erano stati estranei e marginali di fronte al problema della schiavitù,sentendola lontana rispetto al loro modo di pensare e di vivere.L'abolizionismo entrava,grazie alle parole di Brown,nel loro mondo e superava anche i confini degli Usa,arrivando anche in Europa.
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Messaggio  Ospite Ven 16 Ott 2009 - 22:46

Personalmente anche io sarei stato restio a definirlo terrorismo se le vicende fossero andate in altro modo. Se si fosse trattato di un gesto simbolico per sensibilizzare sul tema della schiavitù sarebbe stata una battaglia ideologica alla ribalta della cronaca. Ma Sull'operato di Brown in quei giorni pesano le morti di sei civili e due marines, nonchè il fatto che il suo scopo fosse quello di impossessarsi di armi per condurre una rivolta contro tutto e tutti. Superò il limite e, come tutti quelli che superano un limite, trovò una intera letteratura a creare il mito del combattente per la libertà. Non dimentichiamo che, il 24 maggio 1856, ammazzò a sangue freddo 5 coloni meridionali Pottawatomie Creek senza motivazioni che non fossero altro che il proprio risentimento verso i meridionali.Pasolineanamente, quando penso al suo assalto, mi vien più da pensare ai due poveri marines figli del popolo morti che a lui, fanatico idealista pronto a toglier vite ed a sacrificare quelle dei suoi, che aveva scatenato tutto ciò

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Messaggio  Benjamin F. Cheatham Ven 16 Ott 2009 - 23:03

Benjamin F. Cheatham ha scritto:Prima di tutto complimenti per il "piccolo sito", ma anche per la segnalazione dell'anniversario di questo avvenimento nel nostro forum. In effetti, l'episodio in se è di poca rilevanza, l'occupazione di un arsenale militare e la conseguente uccisione/cattura dei rivoltosi acquisi un profondo significato in seguito. Segnò nelle due nazioni ancora unite una definitiva frattura non più ricucibile e la rese quasi palpabile. Ho un libro di un mio concittadino, il genovese Giulio Schenone del 1984 edito da Mursia, che lessi trooooooppi anni fa, ma ricordo che diceva fra l'altro che, il capolavoro di John Brown non fu il raid, ma il processo dove resosi conto di quale sarebbe stata la sua sorte, recitò meglio di Robert DeNiro presentandosi come un martire degli schiavisti, conquistandosi il favore degli Stati del Nord. Ma tutti gli omicidi precedenti?

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Scusate mi sono accorto di non avere scitto il titolo del libro citato Embarassed : "John Brown l'apostolo degli schiavi"

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Messaggio  George Armstrong Custer Sab 17 Ott 2009 - 12:57

Comunque si voglia definire la personalità di John Brown,la sua morte divenne un mito per il Nord.Qualche anno più tardi,i soldati delle Armate dell'Unione avrebbero cantato le note di una canzone le cui parole sono diventate famose:"il corpo di John Brown si decompone nella tomba ma la sua anima marcia ancora!"
Personalmente,nonostante l'ampio spazio che venne dato alla vicenda in questione sui giornali del tempo,ritengo che la situazione in America fosse già abbastanza incandescente e pertanto non credo che l'azione di Brown sia stata così determinante per lo sviluppo dei tragici momenti futuri.
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Messaggio  R.E.Lee Sab 17 Ott 2009 - 16:28

personalmente ritengo john brown un fanatico in cerca di guai e fece la fine che si meritò. ritengo la sua azione frutto di una persona "fuori di testa", l'intento che si prefiggeva, scatenare una rivolta degli schiavi nel sud, poggiava su fondamenta così poco solide che le definirei quasi inesistenti. prima della sua esecuzione, si seppe vendere bene, ma non credo che la sua azione abbia contribuito a scatenare gli eventi drammatici (la Cw), che ne seguirono.


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Messaggio  George Armstrong Custer Sab 17 Ott 2009 - 16:44

Uno degli aspetti che mi colpiscono in tutta questa vicenda è che-come ho letto nel nuovo sito (stupendo) di Beauregard sull'argomento-molti protagonisti principali della ACW erano (alcuni ancora sconosciuti) presenti all'avvenimento sia pure a vario titolo:Lee e Stuart come militari incaricati di reprimere la rivolta,e Lincoln e il futuro gen.Jackson, quali spettatori dell'esecuzione di John Brown.
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Messaggio  George Armstrong Custer Dom 18 Ott 2009 - 21:34

Secondo il prof.Luraghi,Brown non era quel pazzo utopista che molti hanno descritto,ma un uomo molto lucido che pensava veramente con il suo raid,grazie anche agli aiuti di alcuni esponenti del Nord,"di far scoppiare il detonatore" tra il Nord e il Sud.
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Messaggio  Ospite Dom 18 Ott 2009 - 22:00

Se così è allora si trattava di un lucido terrorista. Una persona che nel pieno delle sue facoltà mentali decide chi debba vivere e chi debba morire solo in virtù delle proprie convinzioni personali. Sei civili e due marines, nonchè tutti i suoi seguaci morirono per quello in cui lui credeva. A questo punto si deve sperare davvero che fosse un fanatico pazzo, perchè l'alternativa lo rende un volgare criminale.

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Messaggio  P.G.T. Beauregard Dom 18 Ott 2009 - 22:23

Io personalmente non ho molta stima di John Brown, quello che ha fatto in Kansas sono stati atti criminali, come lo furono anche quelli degli altri abolizionisti e sudisti. Anche con il raid ad harpers ferry non si dimostrò a mio parere un grande uomo, dare la libertà a della gente uccidendone altra che era innocente, i due marines morti per esempio non penso proprio che possedessero schiavi, forse non erano neanche del sud, il sindaco di Harpers Ferry possedeva schiavi ma aveva deciso di liberarli alla sua morte (non il massimo come gesto di umanità ma tuttavia garantì loro la libertà), ma sopratutto uccidendo pure uno schiavo liberato. Questo fu un incidente ma se John Brown decise di intraprendere una guerra avrebbe dovuto sapere che sul suo cammino si sarebbero trovate delle persone che non centravano nulla, come in ogni guerra ci sarebbero state delle vittime innocenti. La società sudista e americana stava cambiando, lentamente ma stava cambiando, valeva davvero la pena spargere del sangue e originare l'odio o era meglio aspettare e pacificamente risolvere le cose?

Ciao,
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Messaggio  Ospite Dom 18 Ott 2009 - 22:36

P.G.T. Beauregard ha scritto:Io personalmente non ho molta stima di John Brown, quello che ha fatto in Kansas sono stati atti criminali, come lo furono anche quelli degli altri abolizionisti e sudisti. Anche con il raid ad harpers ferry non si dimostrò a mio parere un grande uomo, dare la libertà a della gente uccidendone altra che era innocente, i due marines morti per esempio non penso proprio che possedessero schiavi, forse non erano neanche del sud, il sindaco di Harpers Ferry possedeva schiavi ma aveva deciso di liberarli alla sua morte (non il massimo come gesto di umanità ma tuttavia garantì loro la libertà), ma sopratutto uccidendo pure uno schiavo liberato. Questo fu un incidente ma se John Brown decise di intraprendere una guerra avrebbe dovuto sapere che sul suo cammino si sarebbero trovate delle persone che non centravano nulla, come in ogni guerra ci sarebbero state delle vittime innocenti. La società sudista e americana stava cambiando, lentamente ma stava cambiando, valeva davvero la pena spargere del sangue e originare l'odio o era meglio aspettare e pacificamente risolvere le cose?

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Analisi perfetta. Non bisogna dimenticare che la via per l'inferno è lastricata i buone intenzioni e quelle di Brown non erano nemmeno dettate da questo desiderio. Brown aveva un odio personale verso il meridione e la sua azione dimostra come anteponesse questo odio anche alla vita stessa dei suoi uomini e di coloro che diceva di dover liberare.


Ultima modifica di Lloyd J. Beall il Lun 19 Ott 2009 - 7:29 - modificato 1 volta.

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Messaggio  Benjamin F. Cheatham Dom 18 Ott 2009 - 23:20

Fanatico o terrorista qualunque sia la nostra interpretazione (o base di partenza), arriviamo sempre ad una conclusione: scopriramo un personaggio negativo, che a distanza di 150 anni ebbe soprattutto il merito di recitare bene al processo e di essere strumentalizzato bene dalla stampa e propaganda nordista, lavoro fatto talmente bene che sentiamo ancora adesso in Europa ed in Italia canticchiare la sua canzone.

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Messaggio  Capitano Sally Lun 19 Ott 2009 - 13:11

Anche io non stimo per nulla John Brown. Un fanatico e, se permettete, anche un mezzo fallito nella vita. Dovette cambiar casa tantissime volte, girovagò per vari stati in cerca di fortuna e puntualmente falliva.
Insomma era un fanatico, pericoloso e visionario (le cose vanno a braccetto), che pur di raggiungere i suoi deliranti scopi, non esitava ad uccidere.
Al processo certo riuscì a "recitare" per vendersi come una persona diversa da ciò che era in realtà. Divenne poi una bandiera per i fanatici che volevano combattere la "giusta crociata contro il Sud".

La sua azione comunque fu una delle tante scintille, indice della terribile tensione che c'era tra Nord e Sud in quegli anni. L'escalation era iniziata.
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Messaggio  George Armstrong Custer Lun 19 Ott 2009 - 13:18

Mi trovo perfettamente d'accordo con gli interventi dei colleghi nel definire la figura e la personalità di John Brown,oscillanti tra la lucida follia e la criminalità.
Solo che tutta la vicenda va vista e inquadrata nel suo complesso e cioè nel periodo storico particolarmente incandescente e sanguinoso riferito alle lotte tra gli abolizionisti e antiabolizionisti che imperversarono nel Kansas,negli anni 1854-59,quello che venne definito "Bleeding Kansas".Violenza che nacque-è il caso di rimarcarlo- dal voler introdurre o meno la schiavitù nei nuovi territori.
Una spirale sanguinaria ante guerra civile alla quale parteciparono sia gli abolizionisti che gli antiabolizionisti,spirale che va sicuramente condannata in blocco.Una specie di prova generale che anticipava quello che sarebbe poi successo durante la guerra civile nei "Border States".
Che poi si sia formata una leggenda su John Brown che ha portato a canticchiare,per tanti anni dopo la sua morte,una canzone che è diventata famosa-utilizzata anche in occasione di rivendicazioni a carattere sindacale-è la dimostrazione che l'intera vicenda,a torto o a ragione,ha colpito molto l'immaginazione popolare.
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Messaggio  Ospite Lun 19 Ott 2009 - 13:42

George Armstrong Custer ha scritto:Mi trovo perfettamente d'accordo con gli interventi dei colleghi nel definire la figura e la personalità di John Brown,oscillanti tra la lucida follia e la criminalità.
Solo che tutta la vicenda va vista e inquadrata nel suo complesso e cioè nel periodo storico particolarmente incandescente e sanguinoso riferito alle lotte tra gli abolizionisti e antiabolizionisti che imperversarono nel Kansas,negli anni 1854-59,quello che venne definito "Bleeding Kansas".Violenza che nacque-è il caso di rimarcarlo- dal voler introdurre o meno la schiavitù nei nuovi territori.
Una spirale sanguinaria ante guerra civile alla quale parteciparono sia gli abolizionisti che gli antiabolizionisti,spirale che va sicuramente condannata in blocco.Una specie di prova generale che anticipava quello che sarebbe poi successo durante la guerra civile nei "Border States".
Che poi si sia formata una leggenda su John Brown che ha portato a canticchiare,per tanti anni dopo la sua morte,una canzone che è diventata famosa-utilizzata anche in occasione di rivendicazioni a carattere sindacale-è la dimostrazione che l'intera vicenda,a torto o a ragione,ha colpito molto l'immaginazione popolare.

Aggiungerei che il Governo Federale ha la grande colpa di non aver saputo interpretare seriamente l'accaduto e tentaredi porre un reale freno alla propaganda anti-schiavista prima che desse ai meridionali la reale sensazione di essere minacciati di una minaccia che non era più solo economica e sociale ma addirittura fisica. Il Losco figuro di cui sopra voleva le armi per arrivare a minacciare fisicamente i meridionali e nel suo turbine di sangue dimostrò che in questa spirale potevano cadere indistintamente amici (i suoi uomini), nemici (i marines), neutrali (i civili) ed i contrari al suo modo di agire (lo schiavo che ammazzò). Se si aggiungono pure i coloni meridionali ammazzati di qualche tempo prima, ne risulta che forse era lucido, ma era di sicuro un sanguinario. Il Governo federale sconfessò abbastanza il gesto? quanto, esso, può aver influenzato una persona come Lee che magari anche dopo a quel momento ebbe fiducia nelle istituzioni per poi vedere che gli abolizinisti più feroci iniziarono a suonare la grancassa durante la Campagna elettorale e dopo la vittoria di Lincon avvisando quasi in questa lo squillo delle trombe del giudizio per il meridione? in pratica: il Nord prese le dovute distanze per rassicurare il Sud o sottovalutò il gesto e l'estremismo abolizionista non accorgendosi che figure come Brown iniziarono ad essere osannate? Se sottovalutò, poi, lo fece per semplice disattenzione o per necessità di attingere a quel bacino di voti?
Il gesto di Brown, di certo, non fu rassicurante per un Sud che ancora non aveva capito di dover prendere seriamente la situazione e che guardava ancora divertito a letteratura d'intrattenimento che pretendeva di esser storica e descrittiva come la "Capanna dello Zio Tom" che invece a Nord veniva presa fin troppo seriamente. Forse è anche questo che si può dire dell'"impresa" di Brown. Fu il momento in cui si passò il segno e la polemica politica e sociale fece il terribile salto di qualità per giungere alla violenza. Fu quindi questo, Harpers Ferry? La Prima Battaglia della Guerra Civile? Chissà.

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Messaggio  Edward Porter Alexander Sab 19 Dic 2009 - 18:21

Sottolineo ai contendenti un articolo di oggi 19 dicembre di Paolo Valentino sul corriere della Sera su "John Brown,il feroce liberatore".E' interessante per più di un motivo:segnala l'uscita di due nuovi libri sul personaggio: uno di David Reynolds che ne chiede la riabilitazione; l'altro di Tony Horwitz che lo paragona ad un moderno terrorista.Cita l'allestimento di due mostre: una a New York che tende a rimarcare i lati positivi dell'uomo e delle sue gesta, l'altra a Richmond che ne sottolinea gli aspetti più esecrabili ed oscuri. L'articolo stesso, sull'onda del bipolarismo con cui si può leggere il personaggio, rimarca con lucidità e un pò di stupore come la figura del "liberatore" Brown rimanga controversa in un' "AMERICA ..LACERATA,INTORNO ALLA SUA EREDITA', QUANTO LO ERA ALLA VIGILIA DELLA GUERRA CIVILE".Lo consiglio a tutti, invidiando il bravo articolista che invia il suo pezzo dalla ridente Virginia.........

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