La Guerra Civile Americana 1861-1865
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Charles Frazier - "Ritorno a Cold Mountain"

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Messaggio  George Armstrong Custer Sab 6 Mar 2010 - 12:39

Charles Frazier - "Ritorno a Cold Mountain" edito da Longanesi

Ho appena finito di leggere il libro "Ritorno a Cold Mountain" di Charles Frazier,dal quale è stato tratto il film omonimo,e pertanto ho pensato che fosse utile fare una recensione del predetto libro,essendo un romanzo ambientato durante la guerra civile americana.
Ho avuto l'impressione che il libro sembri la risposta moderna in stile "politically correct" del libro "Via col Vento" di Margaret Mitchell.
Anche in questo libro vi è narrata una storia d'amore ambientata nel Sud durante la guerra civile. Il protagonista maschile,chiamato Inman,parte soldato per combattere per la Confederazione e nel 1864,dopo "la battaglia del Cratere" durante l'assedio Nordista di Petersburg,rimane ferito e ricoverato in ospedale.Da lì,decide di disertare e di tornare alla sua terra situata nella zona della Cold Mountain nello Stato del North Carolina.
Inizia una peripezia continua durante il suo viaggio a piedi, egli si ritrova ad affrontare una serie di situazioni legate ad un aspetto fondamentale: cercare di sopravvivere e tornare sano e salvo alla sua terra d'origine dove c'è Ada,la sua amata,di estrazione sociale superiore alla sua,la quale si trova,a seguito della morte del padre, a dover affrontare la dura realtà della vita prodotta dalla guerra.
Durante il viaggio,Inman incontra vari personaggi sia uomini che donne. I primi sono,in parte,disertori Sudisti o delatori intenti a denunciare i predetti alla Guardia nazionale dello Stato,incaricata della loro cattura. I pochi soldati Unionisti che egli incontra durante il viaggio vengono dipinti quali saccheggiatori e potenziali violentatori. Le donne invece sono personaggi molto tristi:donne povere,affamate,alcune rese vedove giovanissime dalla guerra.
Per quanto concerne l'aspetto che ci interessa e cioè la guerra civile, sono illuminanti i commenti e i ricordi di Inman (personaggio realmente esistito) e della gente che incontra durante il periglioso viaggio. Si scopre che egli ha partecipato alle battaglie più cruente della guerra sul fronte dell'Est. Le scene delle battaglie non hanno nulla di eroico e di cavalleresco.Egli è abituato ad uccidere uomini e a vederli morire dopo lunghe agonie.Inman usa parole dure nei confronti dei generali Confederati,compreso il gen.Lee.Si capisce che il vero motivo per il quale egli è andato a combattere è solo quello di difendere la sua terra dall'invasore Nordista,ma ormai non vede più motivazioni valide per continuare a combattere.
La Guardia nazionale viene descritta come una banda di assassini,comandata dall'efferato cap.Teague, che fa giustizia sommaria dei disertori,fucilandoli appena catturati. Anche i soldati Nordisti non fanno una bella figura,quelli che Inman incontra durante il viaggio vengono uccisi senza troppi rimpianti,in fondo potevano rimanere a casa loro,come dice lui stesso.
L'odissea di Inman finirà con il ricongiungimento temporaneo con la sua amata,Ada,ma in un conflitto a fuoco con un drappello della Guardia nazionale, dopo aver ucciso il cap.Teague,sarà a sua volta ucciso da un giovane appartenente alla suddetta Guardia.
Concludendo,nel libro traspare un senso di vuoto,la popolazione Sudista appare avulsa,apatica,estranea ad ogni concetto o idea di nazione,mostra risentimenti contro i ricchi piantatori terrieri proprietari di schiavi,colpevoli-a loro dire- di aver scatenato la guerra, l'importante è solo che detta guerra finisca e si possa ricominciare a vivere.

ps.Se qualcuno dei colleghi del forum ha letto il libro in questione,mi piacerebbe conoscere le sue valutazioni in merito.
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Messaggio  Generale Meade Sab 6 Mar 2010 - 13:43

Caro Custer,

come sempre il libro è meglio del film. Vedo se riesco a recuperarlo da qualche parte.


Saluti, Meade.
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Messaggio  R.E.Lee Lun 8 Mar 2010 - 17:12

beh...come ho avuto già modo di scrivere riguardo al film, mi sembra che dalla recensione del ns custer, anche nel libro traspaia una certa vena disfattista nel descrivere il sud, o quantomeno il nord carolina, durante il periodo bellico. non sò quanto questo corrisponda alla realtà, personalmente presumo che sia una realtà molto tirata per i capelli. vorrei ricordare che i nord caroliniani nel dopo guerra, si vantarano di essere stati i primi a manassass, i primi a gettysburg (1) e gli ultimi ad arrendersi ad appomattox. il film di minghella negli Usa si è beccato molte critiche ed è stato tacciato di disfattismo. presumo che anche per il libro sia stato così. ....chiedo lumi al ns "vecchio e sempre valido" george....

Lee

(1) per inciso vorrei rammentare che quella che viene ricordata dai più come "la carica di pickett", nel nord carolina è stata battezzata "la carica di pettegrew".
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Messaggio  Generale Meade Lun 8 Mar 2010 - 17:23

Ho trovato il libro. La versione del 1998, prima del film. Caro Gerge, grazie per la dritta.

Copertina del libro

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Saluti, Meade
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Messaggio  George Armstrong Custer Lun 8 Mar 2010 - 18:47

Complimenti Meade,quella che hai postato è l'edizione rilegata di difficile reperibilità.
Per rispondere al ns Lee,è vero,il libro,sotto il profilo legato alla guerra civile, e anche il film omonimo, sono stati oggetto di molte critiche,a cominciare dal prof.Luraghi,per la questione dei disertori,troppi- a suo dire- nel libro e nel film e per l'operato della Guardia nazionale dipinta dal libro medesimo come una banda di assassini.Pure il gen.Pickett non deve aver riscosso molti apprezzamenti da parte dei Nord-Caroliniani,infatti,nel libro,viene definito "patetico".
Per quanto attiene all'immagine di un Sud disfattista,immagine che traspare quando il protagonista del libro diserta e inizia il suo viaggio verso casa, è quella che gli storici del "politically correct" sostengono, legata al periodo dell'anno 1864, fino alla fine della guerra.
Il libro invece,visto come opera letteraria, ha riscosso molto successo.
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Messaggio  Generale Meade Mar 13 Apr 2010 - 14:54

Ho letto l'intervista di R. Rossotto a Luraghi nel suo libro sulla ACW, e il professore non solo critica il film e quindi indirettamente il libro, ma addirittura asserisce che la "Guardia Nazionale" nel Sud non è mai esistita. Possibile? Mi pare che una volta ho letto di una "Guardia Nazionale" in un post del forum tempo fà ma non ricordo più per quale argomento.

Saluti, Meade.
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Messaggio  George Armstrong Custer Mar 13 Apr 2010 - 15:08

Caro Meade, dell'intervista del prof.Luraghi ne abbiamo parlato nel topic "Guardia nazionale? " Mi ricordo che sono stato io a sollevare la questione.
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Messaggio  P.G.T. Beauregard Mar 13 Apr 2010 - 18:36

Generale Meade ha scritto:Ho letto l'intervista di R. Rossotto a Luraghi nel suo libro sulla ACW, e il professore non solo critica il film e quindi indirettamente il libro, ma addirittura asserisce che la "Guardia Nazionale" nel Sud non è mai esistita. Possibile? Mi pare che una volta ho letto di una "Guardia Nazionale" in un post del forum tempo fà ma non ricordo più per quale argomento.

Saluti, Meade.

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Messaggio  Generale Meade Mar 13 Apr 2010 - 19:55

Molte grazie P.G.T. Beauregard.

Ciao Meade.
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Messaggio  George Armstrong Custer Sab 24 Apr 2010 - 11:11

Nelle prime pagine del libro in questione,viene sommariamente descritta la battaglia di Fredericksburg da parte del protagonista, Inman. Alla fine della battaglia, egli racconta che un gruppo di soldati Unionisti gravemente feriti,in mano ai Confederati,vengono finiti con un colpo di martello dato sulla testa di ognuno di loro. Detto episodio mi ha notevolmente colpito. Considerato che il libro di cui trattasi,come ho scritto nei post precedenti,si rifà alla corrente del "politically correct", un fatto del genere o fatti similari saranno veramente accaduti?

ps. mi sono venuti in mente i soldati italiani durante la 1° guerra mondiale,finiti a colpi di mazze ferrate dai soldati austriaci dopo l'emissioni di gas nelle trincee italiane,un fatto che a scuola non ci hanno mai raccontato.
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Messaggio  Ospite Sab 24 Apr 2010 - 12:42

La sensazione che mi ha sempre dato Frazier in questo romanzo è stata quella che avrebbe potuto ambientare la stessa storia in qualsiasi guerra in qualsiasi parte del mondo. Ovvero, mi ha sempre dato la sensazione di voler ragionare per capisaldi tematici mostrando, di volta in volta, "l'orrore della guerra" ed il viaggio privato di un soldato attraverso varie tipologie di situazioni che la guerra crea (la fame, il vuoto morale, le difficoltà dei prigionieri, le cattiverie dei carcerieri, i soprusi dei soldati sui civili etc etc). Quasi un "ragionamento con stereotipi" ben evidenziato dal fatto che davvero la Guardia Nazionale viene descritta a tratti come una sorta di squadrone della morte delle SS della seconda guerra mondiale. Ne viene che l'intero romanzo sembra un susseguirsi di eventi verosimili più che veri, che avrebbero potuto accadere ma che non sono necessariamente accaduti. A proposito mi vengono in mente anche tanti romanzetti sul Vietnam, appunto, dove bastava inventare un pò di Jungla e qualche tortura esotica fatta fai Viet-cong ai civili od agli americani per sembrare verosimile.

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Messaggio  George Armstrong Custer Sab 24 Apr 2010 - 12:50

Caro Beall,è vero,anch'io ho provato le stesse vostre sensazioni leggendo il libro di Frazier.
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Messaggio  Generale Meade Sab 24 Apr 2010 - 15:12

Caro Custer,

purtroppo questi orrori nelle guerre accadono. Nella WW1 gli austriaci dopo aver gasato gli italiani nelle trincee a sorpresa, finirono i moribondi a colpi di mazze chiodate in testa. Quando furono accusati di tale barbarie, dissero che l'avevano fatto per umanità, per non fare soffrire ulteriormente gli uomini agonizzanti.

Saluti, Meade.
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Messaggio  Ospite Dom 25 Apr 2010 - 13:00

George Armstrong Custer ha scritto:Caro Beall,è vero,anch'io ho provato le stesse vostre sensazioni leggendo il libro di Frazier.


Naturalmente non volevo togliere nulla alla bravura dell'autore, ma davvero, atratti, mi viene difficile considerare questo romanzo come un qualcosa di strettamente inerente alla Guerra Civile in quanto, paradossalmente, la tange ma non ne entra nelle specifiche; davvero se avesse avuto come protagonita, ad esempio, un soldato tedesco sul fronte orientale verso la fine della Seconda Guerra Mondiale il romanzo sarebbestato fondamentalmente identico solo con nomi e luoghi differenti.

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Messaggio  R.E.Lee Lun 26 Apr 2010 - 10:13

Lloyd J. Beall ha scritto:
George Armstrong Custer ha scritto:Caro Beall,è vero,anch'io ho provato le stesse vostre sensazioni leggendo il libro di Frazier.


Naturalmente non volevo togliere nulla alla bravura dell'autore, ma davvero, atratti, mi viene difficile considerare questo romanzo come un qualcosa di strettamente inerente alla Guerra Civile in quanto, paradossalmente, la tange ma non ne entra nelle specifiche; davvero se avesse avuto come protagonita, ad esempio, un soldato tedesco sul fronte orientale verso la fine della Seconda Guerra Mondiale il romanzo sarebbestato fondamentalmente identico solo con nomi e luoghi differenti.

non ho letto il libro. il film lo definirei come una "piccola odissea" del soldato inman per tornare a casa. il tutto con un sottofondo di un sud, la north carolina, nello specifico, allo sbando. da quanto letto nella recensione di custer, il film segue ovviamente e non potrebbe essere da meno, la trama del libro. il film, si beccò come ho già scritto in precedenza, molte critiche, fù accusato di disfattismo vero e proprio. non sò quanto tutto questo sia strettamente attinente alla realtà, visto che si tratta di un romanzo. sicuramente nel periodo della guerra trattato dal libro, il morale nel north carolina di popolazione e truppe non era certo a mille. però in north carolina, storicamente parlando non è che ci fosse molta voglia di arrendersi. un certo "scollamento" con il governo centrale vi era, tantè che il governatore Vance, affermò chiaro e tondo che non avrebbe consentito alle truppe di altri stati, di indossare le divise di cui i magazzini in north carolina erano pieni. però giova ricordare, che north caroliniani nel dopo guerra si vantarono di essere stati gli ultimi ad arrendersi ad appomattox. quindi si può desumere che il disfattismo di cui il film ed anche il libro, presumo, ridonda, sia un pò eccessivo.

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