La Guerra Civile Americana 1861-1865
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Vi furono tradimenti e/o complotti nella CSA durante la sua esistenza ?

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Messaggio  R.E.Lee Mer 2 Dic 2009 - 10:52

cari amici,
abbiamo parlato di eventuali "maneggiamenti" e trattative sottobosco che si svolsero frà vari esponenti della confederazione (generali ed uomini politici), nella discussione: "gli ultimi giorni della guerra". c'è che li ha definiti atti di tradimento chi invece atti di buon senso o qualcosa di simile. ogni opinione è da rispettarsi. in questo topic si potrà discutere invece su atti di tradimenti veri, presunti o ipotetici complotti che eventualmente si svolsero in precedenza. praticamente potremmo abbracciare tutto il periodo in cui la confederazione è stata in vita, escludendo i giorni finali della guerra di cui si tratta nel topic apposito. si potrà altresì parlare di eventuali trattative segrete che furono fatte anche prima dello scoppio delle ostilità, magari aventi lo scopo di evitare la guerra, perchè no? potremo anche discutere se qualche generale o uomo politico mercanteggiò la sua adesione al sud invece che al nord in cambio di benefici personali, potremmo parlare insomma, di tutto quello che fù "il sommerso": trattative segrete a livello personale o a più ampio respiro...ecc.... vi furono generali uomini politici o esponenti vari che si vendettero o complottarono con il nemico? se sì, perchè lo fecero ? ..ed in quali circostanze? se qualcuno è al corrente di qualche cosa parli.

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Messaggio  P.G.T. Beauregard Gio 3 Dic 2009 - 20:08

Qui cercate di scrivere di episodi avvenuti tra il 1861 e il 1864, per gli episodi di fine guerra c'è già la discussione "Gli ultimi mesi della guerra".

Ciao,
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Messaggio  R.E.Lee Ven 4 Dic 2009 - 11:21

forrest ha scritto:Breckinridge si considerava un sudista,e faceva parte del Partito democratico. Nei mesi intercorsi tra l'elezione di Lincoln e la fine della neutralità del Kentucky,si era opposto,com'é ovvio ,alla politica di Lincoln,in particolare all'uso della forza per domare la "ribellione".A quanto pare,senza esprimersi contro l'Unione o a favore della secessione.Il solo fatto di far parte dell'opposizione indusse le autorità Federali a ordinarne l'arresto.Quindi dovette scappare,nessuno si sognò di proporgli di combattere per l'Unione,e certo lui non avrebbe accettato.Ci si può piuttosto chiedere perchè,una volta scappato al Sud,non se ne rimase tranquillo e buono,anzichè accettare il grado di Generale e impugnare le armi.Forse a spingerlo fu l'ambizione,o il risentimento per il trattamento ricevuto da Lincoln,o ancora,come scrive W.C.Davis,la speranza che la guerra sarebbe stata breve,e un negoziato avrebbe riportato gli stati ribelli nell'Unione ottenendo condizioni vantaggiose.

beh...direi che la previsione che la guerra sarebbe stata breve era, al momento dell'inizio delle ostilità, la speranza di molti. sull'ipotesi che lo storico w.davis elabora e cioè: che breckinridge si augurava in cuor suo che l'unione la vincesse ma "di misura" e che vi fossero delle trattative di pace in modo che lui stesso ne potesse trovar beneficio nell'ambito di un unione ritrovata ma rielborata su nuove basi, mi sembra un pò "al limite" . troppe variabili e troppe tessere di questo ipotetico mosaico dovevano andare a posto. tenendo anche conto della confusione e dell'incertezza generale che regnava nel 1861. la teoria mi pare corra sul filo del rasoio. cosa ne pensi/ate ??

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Messaggio  vittorio migliavacca Ven 4 Dic 2009 - 12:05

Io mi chiedo, se Breckinridge era chiaramente il candidato secessionista, per quale motivo si propose come candidato per guidare l'Unione, contro Lincoln? La cosa puzza, non mi è chiara.

Granny

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Messaggio  forrest Sab 5 Dic 2009 - 2:25

Secondo quant scrive W.C.Davis,il Partito Democratico,nel 1860,si divise a proposito dell'introduzione o meno della schiavitù nei nuovi Territori.Si formò un'ala meridionale,favorevole all'introduzione,ed una settentrionale,contraria.Dopo che venne resa nota la candidatura alla presidenza di Douglas,l'ala meridionale indisse una propria Convenzione ed espresse un proprio candidato,Breckinridge,contro i desideri di quest'ultimo.Il quale infine si convinse ad accettare la candidatura sperando,in tal modo,di far comprendere a Douglas l'inutilità di una doppia candidatura,che avrebbe inevitabilmente portato alla vittoria del candidato repubblicano.E di fargli comprendere l'opportunità che sia lui,sia Douglas,si ritirassero,per fare spazio ad un unico candidato democratico di compromesso.Ma Douglas fu irremovible e Breckinridge,secondo le parole di W.C.Davis,che mi limito a riferire,"si trovò in trappola",e non ebbe altra scelta che andare avanti,pur sapendo di non avere alcuna possibilità di successo.A riprova della sua moderazione,gli 850000 voti raccolti provennero + o meno equamente dal Nord e dal Sud.Quindi non si potrebbe parlare di Breckinridge come di un candidato secessionista.Per quanto riguarda la domanda dell'amico Lee,credo che Breckinridge sperasse non tanto in una vittoria"di misura" dell'Unione,bensì in una situazione di stallo,che dimostrasse la forza del Sud e gli permettesse di far valere i propri diritti in un'Unione riformata.La teoria di W.C.Davis credo trovi sostegno nel comportamento di Breckinridge negli ultimi 3 mesi di guerra.Ma é comunque solo una teoria,quello che davvero passò nella testa del Ministro,in quegli anni turbolenti,nessuno può saperlo con certezza.Quel che è certo é che in quel periodo molte personalità si fecero trascinare da eventi sui quali non riuscevano + ad avere alcun controllo.
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Messaggio  Benjamin F. Cheatham Sab 5 Dic 2009 - 8:52

A parte il già citato Johnston, di cui hai avuto modo di parlarci, altri generali ostacolarono la Confederazione volontariamente? Alcuni comandanti erano contrari alla secesssione, ma poi combatterono bene, ma ci furono generali che sbagliarono apposta? o che si riunirono segretamente per ostacolare la Confederazione?

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Messaggio  R.E.Lee Sab 5 Dic 2009 - 11:04

forrest ha scritto:".....Per quanto riguarda la domanda dell'amico Lee,credo che Breckinridge sperasse non tanto in una vittoria"di misura" dell'Unione,bensì in una situazione di stallo,che dimostrasse la forza del Sud e gli permettesse di far valere i propri diritti in un'Unione riformata.La teoria di W.C.Davis credo trovi sostegno nel comportamento di Breckinridge negli ultimi 3 mesi di guerra.Ma é comunque solo una teoria,quello che davvero passò nella testa del Ministro,in quegli anni turbolenti,nessuno può saperlo con certezza.Quel che è certo é che in quel periodo molte personalità si fecero trascinare da eventi sui quali non riuscevano + ad avere alcun controllo.

beh...direi se queste erano le speranze di breckinridge, erano, secondo me, fondate su basi molto fragili. direi che fece il "conto senza l'oste", (il governo sudista). non credo che il pres. davis ed il governo confederato in caso di situazione di stallo, avrebbero accettato trattative di pace aventi come scopo il rientro degli stati del sud in un unione "riformata". prova ne è davis non si volle arrendere neppure a guerrra praticamente persa, figuriamoci se avrebbe accettato trattative del genere dopo aver eventualmente portato le operazioni belliche in una situazione di "pari e patta".

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Messaggio  forrest Dom 6 Dic 2009 - 1:14

Osservazione condivisibile.Ma come ho già detto,in quegli anni convulsi in molti si lasciarono trascinare dall'incalzare degli eventi,facendosi guidare + dall'istinto e dall'emozione che dalla fredda razionalità.
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Messaggio  R.E.Lee Dom 6 Dic 2009 - 18:52

cari amici,
questa cosa non la volevo scrivere, ma la mia curiosità su di un vs parere in merito, è superiore alla mia discrezione e visto che questo topic è stato aperto per ipotizzare od analizzare eventuali tradimenti durante il conflitto, mi butto: durante l'assedio di chattanooga la truppe unioniste senza rifornimenti e rinforzi erano allo stremo, sul punto di arrendersi direi. arrivato in quel settore, grant riuscì ad aprire una via di rifornimenti battezzata con il pittoresco nome di "via delle gallette". grazie a questo corridoio miracolosamente e quasi misteriosamente aperto, le truppe unioniste assediate a chattanooga, ricevettero rinforzi e rifornimenti con la conseguenza successiva di ingaggiare la famosa battaglia e battere i confederati agli ordini del gen. bragg. il generale sudista che aveva sotto il suo controllo la zona ribattezzata la "via delle gallette" era longstreet. bragg accusò longstreet senza mezzi di termini di avere volutamente lasciato passare i rifornimenti nella zona di sua competenza. praticamente dette a longstreet del traditore. longstreet ribattè che le sue truppe non furono in grado di bloccare questi rifornimenti in quanto erano numericamente insufficenti e la zona da controllare era troppo vasta per loro. la giustificazione di longstreet è sufficente a scagionarlo, oppure "puzza di bruciato" ? che cosa ne pensate ??

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Messaggio  vittorio migliavacca Dom 6 Dic 2009 - 18:55

Da quanto riferito nei precedenti interventi mi sembra di capire che in realtà non sempre si agì in buonafede.
Non ho mai approfondito l'argomento in discussione, perciò non ho motivo di dubitare delle affermazioni lette.
Ritengo comunque che una differenza tra " complotto " e " tradimento" vada fatta.
Il complotto non implica per forza di cose un tradimento, ma puo essere una manovra destabilizzante del tutto autonoma ed esterna, con esiti incerti, che può andare o no a buon fine.
Il tradimento può essere,o non essere, figlio di un complotto, ed è faccienda compiuta e più grave.
Non sapremo mai con certezza quanti complotti vennero elaborati contro la CSA, interni ed esterni, ma da quanto pare ce ne furono.
Siamo a conoscenza invece di palesi " atti di tradimento" per così dire " legali", come secondo me furono i comportamenti di alcuni governatori degli stati meridionali, che negarono a Davis armamenti, rifornimenti, vestiario e persino combattenti, causando spesso notevoli disagi e danni alla Confederazione.
Per quanto riguarda l'operato di singoli cospiratori o traditori, mi allineo con l'amico Cheatham e attendo lumi.


Ciao Granny

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Messaggio  forrest Dom 6 Dic 2009 - 23:48

Prima o poi,per chi non ne sia già al corrente,racconterò le trappole vigliacche che Johnston tese al povero Pemberton.
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Messaggio  R.E.Lee Mer 9 Dic 2009 - 11:50

R.E.Lee ha scritto:cari amici,
questa cosa non la volevo scrivere, ma la mia curiosità su di un vs parere in merito, è superiore alla mia discrezione e visto che questo topic è stato aperto per ipotizzare od analizzare eventuali tradimenti durante il conflitto, mi butto: durante l'assedio di chattanooga la truppe unioniste senza rifornimenti e rinforzi erano allo stremo, sul punto di arrendersi direi. arrivato in quel settore, grant riuscì ad aprire una via di rifornimenti battezzata con il pittoresco nome di "via delle gallette". grazie a questo corridoio miracolosamente e quasi misteriosamente aperto, le truppe unioniste assediate a chattanooga, ricevettero rinforzi e rifornimenti con la conseguenza successiva di ingaggiare la famosa battaglia e battere i confederati agli ordini del gen. bragg. il generale sudista che aveva sotto il suo controllo la zona ribattezzata la "via delle gallette" era longstreet. bragg accusò longstreet senza mezzi di termini di avere volutamente lasciato passare i rifornimenti nella zona di sua competenza. praticamente dette a longstreet del traditore. longstreet ribattè che le sue truppe non furono in grado di bloccare questi rifornimenti in quanto erano numericamente insufficenti e la zona da controllare era troppo vasta per loro. la giustificazione di longstreet è sufficente a scagionarlo, oppure "puzza di bruciato" ? che cosa ne pensate ??


lee



a volerla dire tutta, si potrebbe aggiungere il fatto che bragg e longstreet si odiavano, mentre il generale sudista era legato a grant da una stretta amicizia: sua cugina era la moglie di grant e fù presentata a suo tempo al generale nordista proprio da longstreet.....stò esagerando ?


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Messaggio  vittorio migliavacca Mer 9 Dic 2009 - 13:43

Caro Lee,
ciò che affermi puzza fortemente di " complotto", ma il tradimento è ben altra cosa ed è comunque da provare; potresti anche non esagerare!
Ciao Granny

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Messaggio  Generale Meade Mer 9 Dic 2009 - 15:40

Egr. Ufficiali,

la città Washington durante la ACW era una fucina piena di spie e traditori in ogni angolo e così, sicuramente in parte Richmond. Sicuramente la ACW, nel suo corso, ha dato adito di pensare a tradimenti ed ambiguità da ambo le parti: vedi il famoso ordine smarrito ad Antietam e l'ambiguo comportamento di MacClellan ad inizio conflitto.

Però, quasi mi ripugna pensare ad un doppio gioco od a un tradimento di Longstreet. Durante la guerra si sono combattuti fratello carnale contro fratello carnale, padre contro figlio, cugino contro cugino ecc., eppure nessuno pensa che questa rivalità in guerra sia stata creato a arte a scopo di tradimento o altro.

Non ritengo Longstreet colpevole del mancato controllo sui rifornimenti fatti arrivare da Grant a Chattanooga in quanto il suo normale teatro di guerra era sul fronte Virginiano e pertanto la sua scarsa conoscenza del territorio può aver generato l'errore di controllo capillare del territorio a cui andò incontro.

Diversamente dovrei pensare che Lee a Gettysburg aveva mandato al massacro 15.000 uomini nella famosa carica, perchè venduto al nemico, nonostante il parere contrario di Longstreet? Non credo proprio.

Saluti, Meade.

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Messaggio  P.G.T. Beauregard Mer 9 Dic 2009 - 17:13

Io preferisco pensare a negligenza o ambizione (cioè tentare di rovinare Bragg per prendere il suo posto o averne uno indipendente), o le due cose combinate. La teoria secondo cui Longstreet bramava il posto di Bragg è abbastanza valida, rimane però controversa la sua portata e storici importanti hanno opinioni diverse su cosa fece e non fece Longstreet, come, quando ecc. Se c'è stato tradimento da parte di Lognstreet, a mio parere non è stato per aiutare l'unione e fare una danno al sud, ma solo per tentare di far vedere che lui aveva ragione, che lui era l'uomo giusto, non penso che abbia trattato con nessuno. Ricordiamoci che dopo Gettysburg la figura di Longstreet non era molto splendente, ed egli stava cercando da mesi un modo per farsi nuovamente ammirare. E poi se tutti questi generali fossero traditori filo-unionisti, mi vengono in mente delle domande. Chi la fece la secessione? Perchè prendersi tante noie per creare un'armata, rischiare la vita, rovinarsi la salute quando sarebbe bastato rimanere con l'unione o ritirarsi a vita civile? Un conto sono i vari giochetti e le scalate (o almeno i tentativi) all'interno delle varie armate, un'altra cosa è fare il doppio gioco.

Ciao,
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Messaggio  R.E.Lee Mer 9 Dic 2009 - 17:42

cari amici,
intendiamoci, non ho detto che longstreet era di sicuro un traditore. ci mancherebbe !! ho solo buttato "nella mischia" degli indizi su delle sue evidenti manchevolezze che secondo me, meriterebbero essere analizzate come stiamo facendo. l'indizio maggiore su cui focalizzare la ns attenzione è per ora, secondo me, quello della "via delle gallette". si fece sfilare da sotto il naso i rifornimenti ed i rinforzi nordisti. ritenendolo personalmente un generale abile e molto capace una cosa del genere mi ha insospettito appena ne sono venuto a conoscenza. il fatto che non conoscesse bene la zona perchè proveniva dalla virginia, non mi sembra una giustificazione valida, sicuramente alle sue dipendenze c'erano uomini, personale vario, cartografi, che dovevano relazionarlo sulla natura del terreno, punti deboli ecc..anche in previsione di una battaglia, non poteva certo elaborare od avvalorare un piano di battaglia senza avere idea del posto in cui si sarebbe dovuto combattere. una cosa del genere rasenterebbe, anzi sarebbe pure peggio del pressappochismo. era suo preciso dovere essere a conoscenza del tereno dove si trovava. in merito a quanto sinora è stato scritto sono molto vicino alle conclusioni di beauregard che ha fatto trà l'altro un ritratto molto calzante del generale longstreet anche caratterialmente. SE ripeto SE, si fece sfilare volutamente da sotto il naso i rinforzi ed i rifornimenti nordisti, probabilmente lo fece per le ragioni ipotizzate sopra da beauregard. si tratterebbe di un fatto comunque grave.

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Messaggio  Generale Meade Mer 9 Dic 2009 - 19:00

Caro Lee,

quando Longstreet arrivò sul teatro di guerra di Chattanooga, il tutto fù fatto in modo così veloce da stupire gli stessi nordisti. Esistono litografie che riproducono i sudisti virginiani accucciati sopra i vagoni ferroviari in cui erano stipati fino all'inverosimile, per arrivare in tempo a dare una mano ai loro commilitoni dell'ovest.

Come è possibile pensare in un tale contesto che Longstreet fosse in grado di preparare una valida e pronta difesa/offesa del territorio? Secondo mè si predende umanamente troppo.

Saluti, Meade.

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Messaggio  R.E.Lee Mer 9 Dic 2009 - 19:12

caro meade, ripeto che la mia è un ipotesi. l'accusa di aver lasciato volutamente passare i rinforzi nordisti, gliela lanciò bragg, che non era certamente un aquila, ma nemmeno uno sprovveduto. può darsi benissimo che il malanimo che nutriva nei confronti di longstreet, ne abbia condizionato le conclusioni cui venne, ci mancherebbe ! la zona su cui passò "la via delle gallette" era comunque di competenza di longstreet, quindi la responsabiltà è comunque da attribuirsi a lui, sia che abbia fatto l'errore in buona o cattiva fede. passarono diversi giorni dall'arrivo di longstreet all'apertura della "via delle gallette", essere a conoscenza della zona in cui operava era suo preciso compito.


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Messaggio  Generale Meade Mer 14 Apr 2010 - 15:26

Riguardo alcune ombre sull'operato di Longstreet, vi riporto una frase detta da lui sul suo vecchio amico e ora avversario in campo opposto: Grant appena diventato generale in capo.

"Stiamo attenti perchè quell'uomo ci farà scendere sulla linea di battaglia e seguiterà a picchiare, non cederà mai, non pensate che faccia come McClellan il quale, dopo aver fallito la prima volta, è tornato indietro".

Non aveva sbagliato nulla e se aveva strane idee in testa si sarebbe risparmiato di mettere in guardia i suoi sul mastino Grant.

Saluti, Meade.
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Messaggio  forrest Mer 14 Apr 2010 - 23:10

Longstreet disse una cosa inesatta,evidentemente non era al corrente dei fatti.A McClellan venne ordinato di tornare indietro,non fu una sua scelta.McClellan non considerava affatto conclusa la Campagna peninsulare.
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Messaggio  HARDEE Dom 30 Ott 2011 - 22:00

Signori buonasera,

non so se è una mia impressione, ma molti dei Generali impegnati nel fronte Occidentale furono accusati di incapacità, ubriachezza o peggio di tradimento.

Vi risulta che una simile cosa sia successa anche sul nel fronte Orientale?


Cordialmente

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Messaggio  Generale Meade Mar 3 Gen 2012 - 14:59

Leggendo gli ultimi miei topic si potrebbe pensare che io tenda a mettere in discussione la lealtà di Lee verso la CSA. Naturalmente non è così. Lee era un sudista di ferro, da capo a piedi. Era anche un possessore di schiavi che non disdegnava di punire fisicamente di persona quando secondo lui sbagliavano, e se li liberò fu perchè li aveva avuti in dote dal suocero (non erano di sua proprietà) che li voleva liberi alla sua morte.
Lee era però anche il classico "Ufficiale Gentiluomo", quando dava la sua parola o faceva un giuramento, lo manteneva. Rientrava nella sua idea di etica militare. A un militare tutto d'un pezzo come lui, non poteva non rimordere la coscienza quando si trovò al bivio e dovette scegliere tra fedeltà al suo Stato natio (la Virginia) o gli USA cui aveva prestato giuramento di lealtà.
Il 18 aprile 1861, quando fu convocato dal generale Winfield Scott (anche lui virginiano) per offrirgli il comando dell'esercito Unionista, così rispose: "Voi mi chiedete di sguainare la spada contro il mio paese". Tale risposta chiarisce bene il concetto di patria di Lee. Nel suo modo di intendere le cose, il suo Paese, non erano gli USA ma la Virginia. Se quest'ultimo Stato, al posto di schierarsi con la Confederazione, fosse rimasto dentro l'Unione, Lee non avrebbe avuto alcuna remora a combattere i ribelli in divisa blu.
Ritengo pertanto che egli abbia durante la guerra trovato il giusto compromesso con la sua coscienza, dedicando i suoi sforzi e il suo genio quasi esclusivamente alla difesa della Virginia. Se fosse stato un convinto ed acceso confederato, non avrebbe avuto remore a ordinare ai suoi soldati di proseguire la guerra con la guerriglia o non si sarebbe rifiutato di prendere il comando del KKK. La Virginia aveva perduto. Che senso aveva continuare a combattere?

Naturalmente queste sono solo mie personali considerazioni che possono sembrare provocatorie, ma che un fondo di verità, secondo me, lo hanno.

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Messaggio  Banshee Mar 3 Gen 2012 - 16:04

Generale Meade ha scritto:Leggendo gli ultimi miei topic si potrebbe pensare che io tenda a mettere in discussione la lealtà di Lee verso la CSA. Naturalmente non è così. Lee era un sudista di ferro, da capo a piedi. Era anche un proprietario di schiavi che non disdegnava di punire fisicamente di persona quando secondo lui sbagliavano, e se li liberò fu perchè li aveva avuti in dote dal suocero (non erano di sua proprietà) che li voleva liberi alla sua morte.
Lee era però anche il classico "Ufficiale Gentiluomo", quando dava la sua parola o faceva un giuramento, lo manteneva. Rientrava nella sua idea di etica militare. A un militare tutto dun pezzo come lui, non poteva non rimordere la coscienza quando si trovò al bivio e dovette scegliere tra fedeltà al suo Stato natio (la Virginia) o gli USA cui aveva prestato giuramento di lealtà.
Il 18 aprile 1861, quando fu convocato dal generale Winfield Scott (anche lui virginiano) per offrirgli il comando dell'esercito Unionista, così rispose: "Voi mi chiedete di sguainare la spada contro il mio paese". Tale risposta chiarisce bene il concetto di patria di Lee. Nel suo modo di intendere le cose, il suo Paese non erano gli USA, ma la Virginia. Se quest'ultimo Stato, al posto di schierarsi con la Confederazione, fosse rimasto dentro l'Unione, Lee non avrebbe avuto alcuna remora a combattere i ribelli in divisa blu.
Ritengo pertanto che egli abbia durante la guerra trovato il giusto compromesso con la sua coscienza, dedicando i suoi sforzi e il suo genio quasi esclusivamente alla difesa della Virginia. Se fosse stato un convinto ed acceso confederato, non avrebbe avuto remore a ordinare ai suoi soldati di proseguire la guerra con la guerriglia o non si sarebbe rifiutato di prendere il comando del KKK. La Virginia aveva perduto. Che senso aveva continuare a combattere?

Naturalmente queste sono solo mie personali supposizioni che possono sembrare provocatorie, ma che un fondo di verità, secondo me, lo hanno.

Meade

Francamente non capisco perché il comportamento e/o attitudine di Lee (o meglio Lee stesso) sia stato annoverato sotto l'argomento "vi furono tradimenti e/o complotti nella CSA durante la sua esistenza?". Shocked
Di quale tradimento della causa confederata si sarebbe reso responsabile Lee??? Ora, va bene che ciascuno abbia la propria opinione e la esponga, ma accusare Lee che fu l'unico generale sudista che le suonò di santa ragione agli unionisti per quattro anni (e le suonò davvero bene, tanto da divenire lo spauracchio del Nord: bastava evocarne il nome che subito a Washington impallidivano) di chissù quale tradimento della causa confederata o scarsa convinzione in essa è davvero paradossale. Laughing
Ad ogni buon conto, stiano sereni e tranquilli gli ammiratori del condottiero confederato: Lee non solo era tra coloro che più credettero nella causa della Confederazione e del Sud (che chiamava significativamente "our nation" "our country" "my nation, my country" ossia "la nostra nazione, la nostra patria il mio paese la mia patria") ma se una nazione sorse dal nulla (giacché non esisteva una nazione confederata prima dello scoppio della guerra, ma il Sud che era concetto quantomai eterogeneo) fu proprio grazie all'Armata della Virginia Settentrionale: intorno ai soldati dell'ANV tutto il Sud si strinse, in essa il popolo confederato aveva fiducia assoluta (più che in Davis o in altri leaders politici confederati). Essa divenne un'istituzione nell'istituzione da amare e difendere. Lo stesso Lee significativamente giunse al punto di domandare al governo confederato che le tratte ferroviarie fossero nazionalizzate, che l'economia e gli scambi fossero subordinati alle necessità dell'esercito, che fossero istituiti organi nazionali per assicurare all'esercito confederato quell'opera di ricambio e approvviggionamento di cibo, vestiti, armi indispensabile per vincere. Attitudine e idee del tutto impensabili in colui che non creda fermamente in un'idea di nazione. Se Lee rispose a Scott in quei termini fu per due precisi motivi: all'epoca la Virginia non aveva ancora receduto formalmente dal governo federale, ma egli comunque credeva che un'unione da mantenersi con le armi non avrebbe avuto futuro. Un anno prima conversando con un conoscente Lee già aveva espresso l'opinione che se il Sud (il Sud, non la Virginia) si fosse dichiarato indipendente, egli avrebbe difeso il Sud (il Sud, non la Virginia) esprimendo già un ardente nazionalismo: e neppure esisteva la CSA. Va da sè che poiché la Virginia abbracciò la causa confederata, Lee non si trovò neppure a dover pensare da quale parte schierarsi.
Quanto alla sua condotta e al suo sostanziale disinteresse per l'Ovest, egli credeva che il suo più grande contributo alla causa della nazione confederata fosse quello di battere e/o respingere il nemico dal PRINCIPALE teatro di guerra che coincideva con quello virginiano. Si vorrebbe seriamente sostenere che Lee, il quale neppure ne aveva i poteri, andasse come una trottola da Est a Ovest e viceversa, a suo piacimento e secondo il momento? A parte il fatto che Lee dalla primavera del 1863 era sofferente fisicamente (angina pectoris, una seria invalidità per l'epoca) e sarebbe stato impossibilitato a sottoporsi a tour de force senza senso, ma quale giovamento ne avrebbe tratto la causa confederata non è dato sapere. Di sicuro la sua assenza avrebbe indotto il comando unionista a prendere l'iniziativa con con celerità e a calare sulla Virginia in forze. Se gli unionisti si mostrarono così cauti nel teatro orientale, non scordiamocelo, fu proprio a causa della presenza di Lee. Chi avrebbe fermato gli unionisti? Johnston? Laughing Beauregard? Laughing Suvvia cerchiamo di essere seri. Quanto alla scelta di arrendersi, Lee non aveva molta scelta. Ad Aprile del 1865 si trovava a corto di viveri, armi e munizioni. Con un esercito inferiore nel numero di 3 a 1. Senza prospettive strategiche o tattiche. Con Grant alle calcagna. Era doveroso arrendersi e lee lo fece nel più onorevole dei modi. La guerriglia non aveva alcuna seria prospettiva e Lee la scartò. Quanto al fatto che Lee non aderì al KKK, francamente non vedo la questione. A parte il fatto che Lee era gravemente malato (morirà nel 1870 dopo soli cinque anni dalla fine delle ostilità) ma possiamo pensare davvero che avrebbe dovuto aderire ad esso e prendere la testa di un gruppetto di semifanatici (di cui frse non conosceva neppure l'esistenza) e fare che cosa?
Lee, comunque lo si giudichi, qualunque parte si ami o detesti, è stato il simbolo stesso della Confederazione e la servì con devozione, onore e lealtà assolute. I traditori - se ve ne furono - non si chiamavano Robert Edward Lee.

Banshee


Ultima modifica di Banshee il Mar 3 Gen 2012 - 21:28 - modificato 1 volta.
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Messaggio  HARDEE Mar 3 Gen 2012 - 16:19

Comandante Banshee,

Grazie! non avrei saputo descrivere meglio l'operato del Generale. Lei ha scritto con sentimento oltre che con la ragione. Bravo Very Happy! , Bravo Very Happy ! Bravo Very Happy!


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Messaggio  Generale Meade Mar 3 Gen 2012 - 16:30

Beh... Very Happy a questo punto non mi rimane che da chiederti una cosa caro Banshee...se la Virginia fosse rimasta nell'Unione, questo grande e appassionato sostenitore della causa Confederata (come tu lo descrivi), avrebbe alzato la spada contro il suo "paese" What a Face (la Virginia, beninteso)? Rispondere che tanto la Virginia secedette non la ritengo una risposta Laughing

Ciao

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