La Guerra Civile Americana 1861-1865
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La Costituzione Americana del 1787

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Messaggio  George Armstrong Custer Dom 15 Nov 2009 - 15:50

Ritengo che sia opportuno aprire un topic apposito sull'argomento che riguarda la Costituzione Americana,riprendendo alcuni spunti di altri topic quali "la legittimità e la costituzionalità della secessione",parlando non di tutta la Costituzione nei suoi vari principi,ma solo degli aspetti che ci possano interessare per capire meglio quanto successe in seguito in relazione alla secessione degli Stati del Sud.Parlerò soprattutto del processo formativo della medesima.
Nel maggio del 1787 si riunì una Convenzione;erano presenti i delegati dei singoli Stati nominati dalle assemblee legislative dei rispettivi Stati.C'era il meglio dei ceti dirigenti del paese.I delegati erano venuti a Filadelfia per riorganizzare la Confederazione già esistente,il Congresso li aveva incaricati di riunirsi "al solo specifico scopo di sottoporre a revisione gli articoli della Confederazione".I delegati invece,con la massima segretezza,misero da parte il mandato ricevuto e decisero di scrivere una nuova Costituzione.Il fatto di agire in segreto contribuì a dare all'esterno un'immagine di unità e di compattezza tra i delegati che in realtà non esisteva tra loro.Alla fine si arrivò ad una soluzione di compromesso che purtroppo si riflettè negli accadimenti futuri.
Il progetto fu pronto il 17 settembre del 1787 e cominciò la parte più difficile e delicata del procedimento.La fase costituente non era iniziata in un modo molto legale,come ho sopra scritto.I delegati di Filadelfia non avevano avuto un mandato popolare per fare una nuova Costituzione che cambiasse l'assetto politico del paese;non si erano formati come un'Assemblea Costituente,erano solo dei delegati dei singoli Stati.Se la Costituzione appena formulata da loro doveva essere espressione di una unitaria sovranità popolare,doveva essere a questo punto ratificata da tutto il popolo.Si giunse anche in questo caso ad una soluzione di compromesso dove la questione della sovranità rimase a metà e non chiarita del tutto.La Costituzione infatti previde una ratifica da parte di ogni singolo Stato e per via indiretta tramite apposite convenzioni elettive:era sufficiente che la Costituzione venisse approvata da almeno nove Stati per fare in modo che, almeno per loro, Costituzione medesima entrasse in vigore. All'inizio la procedura cominciò bene in quanto molti Stati approvarono la Costituzione all'unanimità o con grandi maggioranze,altri Stati invece l'approvarono con difficoltà fino a quando si arrivò nel giugno 1788 al nono Stato che l'approvò(New Hampshire).Restavano ancora incerti sul da farsi due Stati importanti come la Virginia e New York:dopo alcuni dissensi si arrivò alla ratifica anche in questi Stati.Con l'adesione di essi,anche se mancavano all'appello il North Carolina e il Rhode Island, i quali ratificarono più tardi,la Costituzione divenne una realtà per tutta la nazione.
Pertanto,come si può vedere, la Costituzione aveva ricevuto numerose opposizioni e si erano verificati non pochi contrasti per poter entrare in vigore.
Tale procedimento formativo che alcuni storici ritengono anomalo e iniziato in modo al limite della legalità-pensiamo ai delegati che legiferarono senza averne il potere-diede dei caratteri di ambiguità alla Costituzione,specialmente alla sua configurazione giuridica,a metà strada di una volontà popolare liberamente espressa attraverso i suoi rappresentanti e un vero e proprio Trattato Internazionale ratificato dai singoli Stati,e permise successivamente agli Stati secessionisti di configurarla come un patto federativo dal quale poterne liberamente uscirne essendo mutate le condizioni iniziali, esercitando un loro preciso legittimo diritto.


Ultima modifica di George Armstrong Custer il Dom 15 Nov 2009 - 16:59 - modificato 1 volta.
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Messaggio  R.E.Lee Lun 16 Nov 2009 - 16:51

caro custer,
ottimo lavoro !!! complimenti !


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Messaggio  George Armstrong Custer Lun 16 Nov 2009 - 17:04

Grazie dei complimenti,Robert. Very Happy Very Happy
A volte trattare argomenti non recenti che riguardano la storia degli Usa prima della ACW può servire per capire meglio come si è arrivati al conflitto.
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Messaggio  Ospite Lun 16 Nov 2009 - 18:21

Testo davvero utile per comprendere come il mito della "Sacra Unione" perfetta sin dalla sua nascita sia, per l'appunto, solo un mito in quanto sin dalle orgini molti degli stati erano titubanti ed aderirono alla nascente federazione solo quando furono date adeguate garanzie alle varie parti, garanzie che furono giustappunto tradite portando alla guerra civile.

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Messaggio  R.E.Lee Lun 16 Nov 2009 - 18:31

uscendo "un capellino" come si dice dalle mie parti, fuori dal topic, volevo ricordare che già alla dichiarazione d'indipendenza, sorsero degli attriti frà i futuri stati che avrebbero poi costituito l'unione. i futuri stati del nord volevano firmare la dichiarazione con la dicitura "stati uniti d'america", i futuri stati del sud con la dicitura "unione delle colonie indipendenti". non mi pare una sfumatura da poco...


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Messaggio  vittorio migliavacca Lun 16 Nov 2009 - 19:38

Qualcuno afferma che tutto sommato la Costituzione Americana tanto male non è, considerando che pochi articoli hanno brillantemente superato crisi, compromessi, una guerra civile, recessioni e depressioni e tuttora governano uno dei Paesi ( o il Paese? ) più potenti del mondo. Io non sono tanto esperto in materia, voi che cosa ne pensate in proposito?

Ciao Granny

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Messaggio  Mason&Dixon Lun 16 Nov 2009 - 19:57

credo di dire il giusto... altrimenti correggetemi!! Gli Stati Uniti sono la piu' giovane nazione al mondo, con la Costituzione piu' "vecchia" e democratica esistente sulla nostra amata terra. Qualche cosa avra' significato per questo pianeta...

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Messaggio  Ospite Lun 16 Nov 2009 - 20:40

Tecnicamente la Costituzione Americana resiste solo poichè è poco più che una traccia di fondamenti basilari su cui si basa un sistema molto versatile ed adito ad interpretazioni. Basandosi su di essa si può affermare tutto ed il contrario di tutto ed inoltre la sua natura emendativa mostra anche la sua storia che è stata, in molti casi, fatta di passi indietro.

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Messaggio  vittorio migliavacca Mar 17 Nov 2009 - 13:18

Credo che dopo la Magna Charta sia la costituzione scritta vigente più antica.
Secondo me questo è un segno positivo.

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Messaggio  George Armstrong Custer Lun 4 Gen 2010 - 22:47

Un'altra questione in seno al progetto di Costituzione che venne dibattuta durante la Convenzione fu la regolamentazione del commercio.
Venne fatta una proposta di affidare la regolamentazione del commercio al governo Federale. Il Sud che dipendeva molto dalle esportazioni delle materie prime,insorse contro questa proposta perchè temeva che il nuovo Congresso avrebbe finito per tasssare le esportazioni, ed era anche preoccupato di possibili interferenze federali sul commercio degli schiavi.Per evitare contrasti con gli Stati del Sud, venne vietato al Congresso di imporre tasse sulle esportazioni e di vietare l'abolizione della schiavitù per almeno venti anni.Per la ratifica dei trattati che all'epoca erano per la maggior parte di natura commerciale, da parte del Senato USA,si decise che era necessaria una maggioranza di almeno due terzi dei senatori.
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Messaggio  George Armstrong Custer Mar 5 Gen 2010 - 11:48

La questione più dibattuta durante l'elaborazione della Costituzione fu quella della rappresentanza nell'istituendo nuovo Congresso degli USA e cioè del peso politico che in quella Assembea dovevano avere i singoli Stati e la popolazione nel suo complesso in relazione alla densità della popolazione medesima.La questione,come sappiamo,ebbe notevole rilevanza negli anni futuri con le annessioni di nuovi Stati all'Unione,schiavisti e non schiavisti.
Gli Stati dovevano essere tutti ugualmente rappresentati in seno al Congresso oppure si doveva dare rilevanza agli Stati con maggiore densità di popolazione? In quest'ultimo caso,la Virginia che aveva un numero elevato di abitanti avrebbe contato di più rispetto a Stati come il Delaware che ne aveva meno.Il disaccordo esistente in merito durò un mese e si rischiò la paralisi dei lavori.
Alla fine,si arrivò ad un altro compromesso:gli Stati avrebbero avuto una rappresentanza uguale nel Senato e una rappresentanza proporzionale nella Camera.
In realtà,in quel periodo il dissenso era puramente di principio,ciò che contava di più era il tipo di economia esistente negli Stati.Che, per es.,la Virginia fosse più vasta del Maryland era influente fino ad un certo punto.L'aspetto più importante era che entrambi gli Stati fondassero la loro economia sulle piantagioni le quali si alimentavano con il lavoro degli schiavi.Il contrasto per motivi economici era già latente tra gli Stati del Nord e quelli del Sud.
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Messaggio  Mason&Dixon Mar 31 Ago 2010 - 18:18

Và detto che il dibattito della rappresentanza politica a livello nazionale sarà sempre molto forte. Successivamente alla Rivoluzione Americana con annessa Costituzione formulata dai Padri Fondatori, una nuova generazione di uomini politici, più sensibile al richiamo di una politica basata sull'interesse, si era ormai affermata a livello nazionale. John Quincy Adams, Andrew Jackson, Henry Clay, principale artefice del Compromesso del Missouri, Daniel Webster e John Calhoun. Tutti questi uomini non erano i fondatori della repubblica, ma piuttosto i suoi figli, essi si erano nutriti dei princìpi repubblicani fin dalla loro più tenera età.
Diversamente dalla generazione che li aveva preceduti, fatta di una cultura coloniale profondamente diversa, essi avevano meno pregiudizi e meno scrupoli.
Questo per sottolineare, che dopo la guerra anglo-americana del 1812-14, la necessità di molte fasce di popolazione americana: minoranze religiose, lavoratori diseredati, pionieri della frontiera, ecc. cominciarono ad avanzare richieste per un riconoscimento dei loro diritti in quanto cittadini della repubblica, e sulla base di queste pressioni si convocarono assemblee costituzionali che, Stato per Stato, esaminassero la possibilità di apportare modifiche al sistema politico.
I lavori di queste assemblee a livello statale, dimostrarono alla base quali fossero i conflitti che si agitavano all'interno della vita politica della democrazia americana. Quindi, all'inizio, la Costituzione Americana venne formulata da una elìte di uomini importanti vera e propria, direi fatta quasi a misura per salvaguardare i propri interessi...il vero popolo non c'entrava nulla con tutta l'ambiguità con cui la Costituzione era stata redatta, certo lo spirito del '76 ero impresso a lettere cubitali sulla carta costituzionale; da cui: la difesa della vita, la libertà dell'uomo, la ricerca di felicità sulla terra...ma questo non era in realtà per tutti!
Si vuole il principio del suffragio universale, dove vari conservatori lo videro come un potere pericoloso, mentre coloro che si battevano per le riforme sociali si scagliarono contro simili obiezioni, appellandosi ai princìpi egualitari propri della rivoluzione americana.
E su questo terreno i figli della rivoluzione fecero leva per ottenere una sostanziale riforma che, in ultima analisi, portò ad una significativa estensione del suffragio nella maggior parte degli Stati.
Queste modifiche d'ispirazione democratica, tuttavia, non intaccarono i pregiudizi di cui era piena la classe dominante WASP. In effetti, la partecipazione politica alla democrazia, un fattore potenzialmente dotato di possibilità enormi, rimase così semplice privilegio di una èlite formata da uomini di razza bianca.

Ciao
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Messaggio  Mason&Dixon Ven 15 Ott 2010 - 19:34

Lloyd J.Beall ha scritto:
Fondamentalmente la legalità è data da chi vince. Se una parte di una entità politica fa una guerra per separarsi dall'entità politica stessa, il conflitto viene definito "rivolta" se si risolve a sfavore di chi voleva separarsi e "Guerra di Indipendenza" se invece si risolve a loro favore. Spesos si dimentica che all'alba dell'indipendenza statunitense ci fu una vera e propria battaglia diplomatica interna tra le varie colonie sulla ratifica o meno dell'entità federativa americana e delle sue leggi ed infatti gli Articoli della Confederazione (ove vi è il dubbio se prevalga il "volontario" od il "perpetuo" sono perlopiù una linea guida con il solo Congresso della Confederazione come organo reale di coordinazione e non tanto di governo tra i neo-formati stati. Il punto è che questo status quo era più che adatto ai meridionali ed alla loro economia ma non certo all'economia settentrionale che aveva bisogno di un governo forte per proteggere investimenti economici e promuoverne altri in una politica industriale per la quale una coonfederazione di stati pressocchè sovrani era poco ambibile poichè potenzialmente doveva far commisurare le ambizioni economiche di ognuno degli stati a continui accordi interni ed alle proprie risorse di base, cosa non necessaria in uno stato centralizzato ove gli stati sono ridotti a meri organi di facilitazione amministrativa e non più entità di base.


Nel 1786 le prospettive apparivano oscure.
Non solo il paese non aveva un governo nazionale veramente forte, ma i tredici stati erano in tale disordine che si parlava di possibili conflitti fra di essi. Litigavano per questioni di frontiera, e nella Pennsylvania e nel Vermont
si era giunti a veri e propri atti di ostilità.
Probabilmente fu un bene che gli articoli dello statuto confederale, che gli stati approvarono poco prima della fine della Rivoluzione, fossero così palesemente difettosi. Se avessero offerto un migliore strumento di governo, si sarebbe potuto tentare di correggerli e il paese avrebbe subito, per decenni, le conseguenze di una Costituzione deficiente; ( e noi non potremmo stare qui a parlare, forse, di guerra civile..."chi fece bene e chi male " Cool ).
Venuti invece a mancare quasi del tutto, essi furono eliminati, e poichè l'insucesso derivava dalla loro debolezza, la nuova Costituzione fu eccezionalmente forte. Fu un bene che gli affari americani, a causa della grave depressione commerciale, subissero una crisi così acuta come quella del 1786. Soltanto una evidente crisi poteva condurre molti americani diffidenti ad accettare il nuovo potente governo centrale.
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Messaggio  Abolizionista Ven 15 Ott 2010 - 21:12

Innanzi tutto mi congratulo con il gen. Custer per la il topic.

Ricordo a tutti che gli Stati Uniti, ora come allora, seguino il diritto consuetudinario di tipo inglese e non il diritto alla francese come noi.
In pratica significa che la legge americana si basa sulle sentenze e sui precedenti e non su un codice di leggi predefinito che risponde ad ogni caso o avvenimento( ed è per questo che i loro avvocati chiaccherano di più dei nostri Wink ).

Esistette, e fu anche molto significativo, un rischio di spaccatura tra gli stati che rischiò di mettere in serio repentaglio l'intera rivoluzione.
Vuole la tradizione che fosse Washington ad appellarsi direttamente al congresso con una frase ad effetto che sbloccò i lavori.

La costituzione si dimostrò assai valida e tutt'ora, ancor'che un tantino antiquata, governa la nazione nord americana.

Il punto, mi sembra, e che, nè nella costituzione, nè negli articoli di confederazione(tante volte citati dagli storici "lost cause") viene fatto accenno al diritto di separarsi dall'unione formata.
Negli anni '50, guarda caso proprio mentre l'intransigente schiavismo del sud metteva a rischio la saldezza del partito democratico, sorse una discussione, abbastanza filosofica su cosa fosse in effetti l'Unione(Vedi Battle Cry for Freedom).

Ci si chiedeva se fosse l'Unione a fare gli stati o se fossero gli stati a fare l'Unionel.
Entrambe le risposte potevano essere vere.
Infatti tutti i nuovi stati erano soggetti ad un voto da parte del congresso e dunque dipendevano dal governo centrale.
I leader sudisti insistevano però che era il governo centrale ad essere formato dagli stati e dunque da questi dipendeva, infatti era necessario un voto del congresso, che appunto era formato da delegati degli stati membri.

Se l'unione era formata dagli stati, dicevano Davis e compagnia, allora gli stati possono disfarla.
Tuttavia ,rispondevano i nordisti, il testo della costuzione(ricordiamoci che siamo sotto un diritto consuetudinario) dice chiaramante "We, the people of the United States"; quindi, arguivano, è il popolo, indipendentemente dagli stati che forma l'Unione.

Essendo storico(ho dato un esame di diritto ma era dei beni archeologici
Wink) non conosco bene il diritto costuzionale men che meno quello americano dove ci si appiglia anche alla più piccola norma o trascurabile cavillo.
Per non tornare al topic della legittimità posterò il mio pensiero qua: Beall dice: .
..furono giustappunto tradite portando alla guerra civile
.
Non ci dice chi è che a tradire; ma posso immaginarlo Wink.
Io penso però che sia stato il sud, Meade diceva giustamente che finchè gli ha fatto comodo il governo centrale poteva infrangere i diritti degli stati dopo, bisognava uscire dall'unione.

A mio avviso il sud diede prova di un forte spirito antidemocratico nell'infrangere l'Unione.
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Messaggio  George Armstrong Custer Sab 16 Ott 2010 - 10:18

Mi fa piacere che il presente topic continui ad interessare gli utenti e ringrazio Abolizionista per gli apprezzamenti mostrati.
Tornando all'argomento del topic, volevo far presente che durante i lavori della Costituzione USA venne presentato il cd. Piano della Virginia e cioè un progetto di Costituzione elaborato da James Madison (una presenza tra le più importanti e illustri tra i delegati) e presentato da Edmund Randolph a nome dello Stato della Virginia, piano che non venne accettato dai delegati perchè considerato troppo centralizzatore. Resta comunque da dire che la Costituzione che venne in seguito approvata era ispirata alle idee e al concetto di governo Federale proprie delle teorie del Madison.
Quanto sopra è un'altra dimostrazione che in quel determinato periodo storico, Stati del Sud, quale la Virginia, erano interessati a costituire un potere centrale forte sia a livello parlamentare oltre che governativo, in quanto all'epoca era notevole il loro predominio sull'intera nazione Americana.
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