La Guerra Civile Americana 1861-1865
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Le elezioni presidenziali del 1860

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Le elezioni presidenziali del 1860 - Pagina 2 Empty Re: Le elezioni presidenziali del 1860

Messaggio  R.E.Lee Ven 28 Mag 2010 - 10:55

R.E.Lee ha scritto:
Sulla costituzionalità o meno della secessione, sono oramai 150 anni che storici, giuristi e chi più ne ha più ne metta, discutono anche animatamente. poi si và sempre a finire che i simpatizzanti dell'unione affermano che fù incostituzionale, mentre i simpatizzanti della confederazione affermano esattamente il contrario. dal mio punto di vista , l'unione come fù costituita, era una patto frà stati sovrani. gli stati del sud impugnarono la costituzione così come era scritta in origine sciogliendo semplicemente il patto "originale" e facendone un altro nuovo frà di loro. si può discutere sull'etica della decisione ergo: "finchè abbiamo comandato noi (il partito democratico), siamo rimasti nell'unione, quando lo scettro del comando è passato ad altri..." ... gli stati sudisti se ne andarono... eticamente non fù certo una bella reazione alla sconfitta nelle elezioni presidenziali, ma secondo me, al di là di tutto, la costituzione gli permetteva di prendere questa decisione. Oltretutto a quei tempi, il partito repubblicano era un partito prettamente settoriale. lo scrittore ap zanelli lo definisce,forse esagerando, una specie di lega nord.


Lee

Forse lo scrittore che ho citato esagera un pò nel paragonare il partito repubblicano alla lega nord. resta il fatto che lincoln nel sud, prese solo 26.000 voti...

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Le elezioni presidenziali del 1860 - Pagina 2 Empty Re: Le elezioni presidenziali del 1860

Messaggio  Ospite Ven 28 Mag 2010 - 13:35

R.E.Lee ha scritto:
R.E.Lee ha scritto:
Sulla costituzionalità o meno della secessione, sono oramai 150 anni che storici, giuristi e chi più ne ha più ne metta, discutono anche animatamente. poi si và sempre a finire che i simpatizzanti dell'unione affermano che fù incostituzionale, mentre i simpatizzanti della confederazione affermano esattamente il contrario. dal mio punto di vista , l'unione come fù costituita, era una patto frà stati sovrani. gli stati del sud impugnarono la costituzione così come era scritta in origine sciogliendo semplicemente il patto "originale" e facendone un altro nuovo frà di loro. si può discutere sull'etica della decisione ergo: "finchè abbiamo comandato noi (il partito democratico), siamo rimasti nell'unione, quando lo scettro del comando è passato ad altri..." ... gli stati sudisti se ne andarono... eticamente non fù certo una bella reazione alla sconfitta nelle elezioni presidenziali, ma secondo me, al di là di tutto, la costituzione gli permetteva di prendere questa decisione. Oltretutto a quei tempi, il partito repubblicano era un partito prettamente settoriale. lo scrittore ap zanelli lo definisce,forse esagerando, una specie di lega nord.


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Forse lo scrittore che ho citato esagera un pò nel paragonare il partito repubblicano alla lega nord. resta il fatto che lincoln nel sud, prese solo 26.000 voti...

Lee

Considerando poi che erano quasi dieci anni che i rapporti tra le due parti erano nettamente freddi, l'elezione di Lincoln, con i voti di chi anche agitava lo spettro della "purificazione " del Sud in armi, non fu differente dalla sensazione di dover prender eordini da un sovrano straniero similmente da come i loro nonni facevano con il Re inglese.

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Messaggio  R.E.Lee Lun 31 Mag 2010 - 9:28

Generale Meade ha scritto:Egr. Bell,

un governo Democratico, come erano gli USA (compresi quindi i futuri stati Confederati) durante la campagne elettorale prima della vittoria di Lincoln, viene eletto con la maggioranza dei voti, fosse anche di un solo voto in più, e a diritto a governare col suo Presidente sul paese dove a lottato per vincere e dove erano state accettate le regole della Democrazia che gli davano il legittimo diritto a farlo. Secedere dopo aver perso le elezioni da parte degli stati che lo fecero, io la vedo come una grande slealtà da parte di chi lo fece. Se avesse vinto il loro candidato, non vi era motivo alcuno di secedere. Bella Democrazia.

Riguardo chi ha avuto ragione o torto lo lascio decidere alla Storia, che viene rappresentata da tutti quelli che vogliono sapere del loro passato per non ricadere negli stessi errori di chi li commise.

Saluti, Meade

Pur riconoscendo che le elezioni vennero vinte da Lincoln bisogna secondo me, riconoscere altrettanto equanimamente l'anomalia di tale risultato come sottolineato da alcuni storici, il Luraghi in primis. Lincoln vinse le elezioni pur incamerando meno voti delle opposzioni. non ci sarebbe nulla di strano neppure quì, ma l'anomalia è data dal fatto che, secondo me, tutti i suoi tre concorrenti erano praticamente rappresentanti del partito democratico. sbagliarono loro, o lo fecero opposta a dividersi? ancora gli storici non sono riusciti ad appurare tutto questo. resta il fatto che la vittoria di lincoln venne decratata da questo fatto. trattandosi una situazione eccezionale e per giunta con un partito prettamente sezionale che andò al governo, mi sembra esagerato di tacciare come un provvedimento antidemocratico la secessione. tale provvedimento venne alla luce in virtù di una falla, se mi passate il termine, apertasi proprio nell'estbhlishment democratico che reggeva l'unione stessa. riassumendo tutto questo in poche parole, il risultato elettorale anomale giustificò secondo me, un provvedimento eccezionale come la secessione senza dovere incolpare chi la attuò. tutto questo ribadisco è un mio personale parere. ritengo pertinente che altri basandosi meramente sulla legge dei numeri ed applicando i dettami legali alla lettere senza prendere in considerazione l'eccezionalità della situazione che la generò, abbiano pareri differenti.

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Messaggio  George Armstrong Custer Mar 19 Ott 2010 - 11:38

Nelle elezioni del 1860, i votanti di 14 Stati schiavisti avevano dato ai candidati Douglas e Bell, politici moderati ed inclini alla mediazione, 124.000 voti di più rispetto all'altro candidato Breckinridge, noto estremista. Secondo alcuni storici (Allan Nevins ed Henry S. Commager) non è affatto sicuro che l'idea della secessione corrispondesse ai desideri della maggioranza della popolazione del Sud, tranne forse che nella Carolina del Sud. Detti storici, in base ad un'attenta analisi dei voti in alcuni Stati del profondo Sud, sostengono che, se la proposta di secessione fosse stata presentata in un aperto e libero referendum, essa sarebbe stata respinta.
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Messaggio  R.E.Lee Mar 19 Ott 2010 - 11:55

In effetti il parere di 2 storici è sempre ben accetto ed aiuta a capire. il problema, per quanto riguarda la Cw, è che per due storici dicono "bianco", ve ne sono 2 che probabilmente dicono "nero". questo "fenomeno" è facilmente riscontrabile in tante vicende e personaggi della Cw. La valutazione di uno storico è spesso diametralmente opposta a quella di un suo collega.


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Messaggio  Generale Meade Mar 19 Ott 2010 - 11:57

Sono profondamente convinto anche io di ciò (post del gen. Custer). A parte le chiacchere, la secessione era bramata convintamente solo dal Sud Carolina che, sentendo in pericolo il predominio dei bianchi in quello Stato a maggioranza di popolazione nera, non voleva saperne nel modo più assoluto di abolizionismo o di altri interventi sulla schiavitù.

Se tale Stato avesse indetto un Referendum Seccessionista nel Meridione USA prima delle votazioni del 1860, avrebbe clamorosamente perso. I 6 Stati schiavisti che gli vennero dietro a elezioni perse, non lo fecero all'unisono, ma uno ad uno, alla spicciolata, solo perchè non ci fu una pronta reazione da parte del presidente J. Buchanan che, pare, se la intendesse in modo particolare con i meridionali più intransigenti.

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Messaggio  George H. Thomas Mer 20 Ott 2010 - 17:41

Secondo me, bisogna tenere conto di diversi fattori nel giudicare l'operato del presidente Buchanan :innanzitutto, per quanto originario della Pennsylvania, la sua simpatia andava al Sud e alla sua causa (era, nel gergo dell'epoca, un 'doughface'); poi, era stato scelto dai democratici perchè il presidente Pierce era ormai compromesso in tutta la faccenda del Kansas, e l'unica valida alternativa, Stephen Douglas, era l'esponente di un Midwest arrivato ormai al termine della sua alleanza con il Sud e il Partito Democratico. Semplicemente, non era stato coinvolto nella lotta sezionale e era abbastanza scialbo da sembrare un presidente 'innocuo'. Con queste credenziali, e con il suo operato (pare assodato che usò la sua influenza per ottenere una cospicua maggioranza nella decisione della Corte Suprema nel caso Dred Scott), non si poteva pretendere che concepisse l'idea di intervenire militarmente contro la "Ribellione" (scusatemi se uso il termine nordista). Secondo me, fu già tanto se dichiarò la secessione degli stati del Sud nulla e illegale; e anche se avesse voluto agire più decisamente, probabilmente a quel punto lui si considerava come autorizzato soltanto a mandare avanti la baracca fino all'ìnaugurazione di Lincoln.

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Messaggio  P.G.T. Beauregard Gio 21 Ott 2010 - 15:27

Su di Buchanan è stata aperta una discussione, rispondete qui: Gli ultimi mesi della presidenza Buchanan

Ciao
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Messaggio  Generale Meade Sab 27 Ott 2012 - 13:52

I sudisti più estremisti non nascondevano di dire che una vittoria di Lincoln avrebbe avuto come conseguenza la secessione. Il senatore georgiano R. Toombs dichiarò che il Sud: "non poteva permettere che il governo federale passasse nelle mani tradritrici del partito repubblicano nero". Il deputato della Carolina del Sud Laurence M. Keitt andò oltre asserendo che con una vittoria di Lincoln gli schiavi si sarebbero ribellati. Disse: "Vedo velono nei pozzi del Texas, e case in fiamme in Alabama. E' abbastanza per rischiare la secessione".
Questa in definitiva era la propaganda che, grosso modo, fu usata per contrastare Lincoln nel Sud. Il partito repubblicano come reagì nel meridione per procacciarsi dei voti per il suo candidato? Ebbene, per quanto incredibile possa sembrare, nel Sud non fu intrapresa nessuna campagna elettorale da parte dei sostenitori di Lincoln. Eppure è provato storicamente che almeno 80.000 meridionali militarono nelle fila unioniste, e non provenivano tutti dagli Stati di confine. Tale numero di soldati fa riflettere sul fatto che almeno 500.000 meridionali erano dei potenziali elettori perlomeno contrari alla secessione del Sud. Il motivo per cui Lincoln, nel profondo Sud, non prese neanche un voto, è spiegato dal fatto che fu impossibile per chi parteggiava per lui fare propaganda elettorale, pena di rischiare seriamente di essere linciati senza tanti complimenti dagli accesi sostenitori della schiavitù. Pertanto nelle schede elettorali del Sud, il nome di Lincoln non compariva solo perchè il Partito Repubblicano, semplicemente, nel Sud non poteva esistere per evidenti motivi.

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Messaggio  R.E.Lee Dom 28 Ott 2012 - 10:05

Generale Meade ha scritto:".... Eppure è provato storicamente che almeno 80.000 meridionali militarono nelle fila unioniste, e non provenivano tutti dagli Stati di confine. Tale numero di soldati fa riflettere sul fatto che almeno 500.000 meridionali erano dei potenziali elettori perlomeno contrari alla secessione del Sud. Il motivo per cui Lincoln, nel profondo Sud, non prese neanche un voto, è spiegato dal fatto che fu impossibile per chi parteggiava per lui fare propaganda elettorale, pena di rischiare seriamente di essere linciati senza tanti complimenti dagli accesi sostenitori della schiavitù. Pertanto nelle schede elettorali del Sud, il nome di Lincoln non compariva solo perchè il Partito Repubblicano, semplicemente, nel Sud non poteva esistere per evidenti motivi.

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Caro Meade,
bisognerebbe almeno tentare di stabilire quanti degli 80.000 meridionali che militarano nelle fila dell'esercito unionista NON provenivano dagli stati di confine; secondo me furono molto pochi...
Quindi i 500.000 potenziali elettori da te calcolati si ridurrebbero drasticamente...



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Messaggio  Generale Meade Dom 28 Ott 2012 - 10:32

Caro Lee,

per sbrogliare la matassa bisogna fare una ricerca e passare a setaccio le preferenze dei votanti.

In questo schema si possono vedere le preferenze dei votanti sui 4 candidati:
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Mappe con le preferenze delle votazioni antecedenti il 1860:
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Messaggio  dan-acw Dom 28 Ott 2012 - 12:41

non condivido l'idea di identificare (se è questo di cui si tratta) i sudisti che combatterono per il nord (e le loro famiglie) con altrettanti possibili elettori del partito repubblicano. Questi uomini erano, con un buon margine di sicurezza, democratici della vecchia ora, nel senso che volevano una grossa autonomia degli stati ma da esercitarsi all'interno dell'unione.

Se invece utilizzassimo il criterio indicato, dovremmo concludere allora che almeno 400.000* nordisti erano degli accesi secessionisti che vedevano ormai l'unione come il fumo negli occhi.


* per la determinazione del numero rimando al topic I CONFEDERATI DEL NORD
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Messaggio  Generale Meade Dom 28 Ott 2012 - 13:23

dan-acw ha scritto:non condivido l'idea di identificare (se è questo di cui si tratta) i sudisti che combatterono per il nord (e le loro famiglie) con altrettanti possibili elettori del partito repubblicano. Questi uomini erano, con un buon margine di sicurezza, democratici della vecchia ora, nel senso che volevano una grossa autonomia degli stati ma da esercitarsi all'interno dell'unione.

Se invece utilizzassimo il criterio indicato, dovremmo concludere allora che almeno 400.000* nordisti erano degli accesi secessionisti che vedevano ormai l'unione come il fumo negli occhi.


* per la determinazione del numero rimando al topic I CONFEDERATI DEL NORD

Generale Meade ha scritto: Eppure è provato storicamente che almeno 80.000 meridionali militarono nelle fila unioniste, e non provenivano tutti dagli Stati di confine. Tale numero di soldati fa riflettere sul fatto che almeno 500.000 meridionali erano dei potenziali elettori perlomeno contrari alla secessione del Sud.

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Infatti ho scritto che almeno 500.000 sudisti erano dei "potenziali elettori" contrari alla secessione. Talmente contrari da arrivare al punto di prendere le armi. Molti altri elettori che votarono per Bell nel meridione, erano pure contrari alla secessione. Solo chi votò per Breckinridge (la minoranza dei meridionali), in teoria può essere considerato un potenziale seccessionista, anche se con molti distinguo. In pratica nel Sud, dopo le fatidiche elezioni del 1860, una minoranza organizzata riuscì ad imporre il suo volere su una maggioranza frastornata e disorientata.

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Messaggio  R.E.Lee Dom 28 Ott 2012 - 14:14

Mah! La determinazione con cui tutto il Sud combattè, mi lascia pensare che fù ben più di una minoranza organizzata a battersi contro il Nord.


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Messaggio  Generale Meade Dom 28 Ott 2012 - 14:42

R.E.Lee ha scritto:Mah! La determinazione con cui tutto il Sud combattè, mi lascia pensare che fù ben più di una minoranza organizzata a battersi contro il Nord.


Lee

Sicuramente vi fu una parte dei meridionali che scese in campo convinta e determinata (il famoso "zoccolo duro"), un'altra parte seguì a ruota presa dall'entusiasmo iniziale che però durante il conflitto, per via dei lutti e delle dure privazioni, lo vide scemare del tutto fino ad arrivare a non collaborare più con il governo statale. Ci furono poi non pochi meridionali contrari alla secessione che furono molto più coriacei degli stessi unionisti. Nel documentario di Ken Burns, per esempio, si parla di intere contee nel profondo Sud in mano a popolazioni pro unionisti che lo stesso governo confederato non riuscì ad espugnare durante l'arco del conflitto. Penso che prima o poi, visto il recente revival di film e documentari vari su Lincoln e il 150° della CW, uscirà negli USA un libro che parli della cosa nello specifico, se non è già uscito.

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Messaggio  HARDEE Dom 28 Ott 2012 - 17:41

Signori, buonasera,

non dimentichiamo che molti sudisti, pur essendo contrari alla Secessione, combatterono per il Sud, per esempio: i Generali. Lee ed Early: Quest’ultimo poi in quanto ad essere coriaceo ...



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Messaggio  Generale Meade Dom 28 Ott 2012 - 18:03

HARDEE ha scritto:Signori, buonasera,

non dimentichiamo che molti sudisti, pur essendo contrari alla Secessione, combatterono per il Sud, per esempio: i Generali. Lee ed Early: Quest’ultimo poi in quanto ad essere coriaceo ...



Hardee

Quoto in toto il suo intervento Generale Hardee. Come ho precedentemente scritto, il gruppo estremista minoritario (i secessionisti) nel Sud riuscì a manipolare il resto del meridione portandolo al disastro.

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Messaggio  Banshee Mar 30 Ott 2012 - 12:35

Negare che la maggioranza della popolazione meridionale fosse schierata con lo zoccolo duro della classe politica sudista e cioè quella che reclamava l'indipendenza a tutti i costi, mi pare a dir poco azzardato. Che poi vi sia stato un certo numero di scettici, prova semmai proprio l'evidenza contraria: e cioè che circondati da un numero assai maggiore di secessionisti, pochi seppero mantenere le proprie convinzioni che peraltro, faccio notare, mutarono ben presto visto che proprio Lee ed Early divennero due tra i più feroci combattenti e nazionalisti del meridione. Mi sembra che tra tutti gli esempi si sia scelto proprio quello che dimostra come anche i più illuminati tra i sudisti divennero poi ardenti secessionisti.
Quanto alle cifre, anche ammettendo che circa 80.000 meridionali abbiano militato tra le fila nordiste, la cifra di 500.000 voti filounionisti nel Sud indicata, non ha molto senso giacchè essa comprendeva circa 150.000 uomini di colore che come è noto non avevano alcun diritto di voto.

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Messaggio  Generale Meade Mar 30 Ott 2012 - 13:57

Banshee ha scritto:Negare che la maggioranza della popolazione meridionale fosse schierata con lo zoccolo duro della classe politica sudista e cioè quella che reclamava l'indipendenza a tutti i costi, mi pare a dir poco azzardato. Che poi vi sia stato un certo numero di scettici, prova semmai proprio l'evidenza contraria: e cioè che circondati da un numero assai maggiore di secessionisti, pochi seppero mantenere le proprie convinzioni che peraltro, faccio notare, mutarono ben presto visto che proprio Lee ed Early divennero due tra i più feroci combattenti e nazionalisti del meridione. Mi sembra che tra tutti gli esempi si sia scelto proprio quello che dimostra come anche i più illuminati tra i sudisti divennero poi ardenti secessionisti.
Quanto alle cifre, anche ammettendo che circa 80.000 meridionali abbiano militato tra le fila nordiste, la cifra di 500.000 voti filounionisti nel Sud indicata, non ha molto senso giacchè essa comprendeva circa 150.000 uomini di colore che come è noto non avevano alcun diritto di voto.

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Se si guarda cosa successe immediatamente dopo i risultati delle fatidiche elezioni del 1860, si nota subito che non vi fu alcuna acclamazione popolare per la secessione, ma, anzi, se non si fosse esposta la solita Carolina del Sud (l'unico Stato secessionista che non formò neanche una compagnia di volontari lealisti unionisti), nessuno degli altri 6 Stati secessionisti avrebbe intrapreso un così grave passo. Se ne deduce che una minoranza riuscì ad influire negativamente le masse del Sud.
I 500.000 potenziali filounionisti da me citati sono riferiti ai parenti prossimi (mogli, sorelle, fratelli, padri, madri e figli) degli 80.000 filounionisti del profondo Sud (100.000 il numero più veritiero) che militarono nell'esercito unionista. I 500.000 cui tu fai riferimento sono il totate dei combattenti degli Stati schiavisti (inclusi i Border States -250.000) più gli ex schiavi liberati del Sud (150.000).

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Messaggio  Banshee Mar 30 Ott 2012 - 18:09

A parte le cifre dei filounionisti (che mi paiono a dir poco azzardate) è un fatto che lo scoppio della guerra fu accolto con entusiasmo dall'assoluta maggioranza della popolazione meridionale. Le scene di giubilo che seguirono all'attacco su Fort Sumter sono ben note. Non credo che si debba confondere tra un inesistente nazionalismo confederato (che secondo me nel 1860-61 non esisteva) e sentimenti anti-unionisti e anti- settentrionali che erano assai diffusi e che portarono di fatto la popolazione meridionale nella sua stragrande maggioranza ad abbracciare con entusiasmo lo scoppio della guerra. Anche sul piano politico occorre distinguere tra le èlites che potevano essere tiepide nei confronti della secessione e la popolazione e opinione pubblica meno colta che invece erano, come spesso accade, assai più determinata.
Negare che la stragrande parte del popolo meridionale fosse contrario alla guerra significa negare l'evidenza: se 900.00 uomini su 1.100.000 (cioè l'80%) imbracciarono il fucile, mi pare ci sia poco da discutere.

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Messaggio  Generale Meade Mar 30 Ott 2012 - 21:24

Banshee ha scritto:A parte le cifre dei filounionisti (che mi paiono a dir poco azzardate) è un fatto che lo scoppio della guerra fu accolto con entusiasmo dall'assoluta maggioranza della popolazione meridionale. Le scene di giubilo che seguirono all'attacco su Fort Sumter sono ben note. Non credo che si debba confondere tra un inesistente nazionalismo confederato (che secondo me nel 1860-61 non esisteva) e sentimenti anti-unionisti e anti- settentrionali che erano assai diffusi e che portarono di fatto la popolazione meridionale nella sua stragrande maggioranza ad abbracciare con entusiasmo lo scoppio della guerra. Anche sul piano politico occorre distinguere tra le èlites che potevano essere tiepide nei confronti della secessione e la popolazione e opinione pubblica meno colta che invece erano, come spesso accade, assai più determinata.
Negare che la stragrande parte del popolo meridionale fosse contrario alla guerra significa negare l'evidenza: se 900.00 uomini su 1.100.000 (cioè l'80%) imbracciarono il fucile, mi pare ci sia poco da discutere.

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Ma in questo topic si parla delle elezioni del 1860, non dello scoppio della guerra, quando ormai le uova per fare la frittata erano rotte. Bisogna poi vedere se i 900.000 di cui parli erano tutti dei volontari o se gran parte di loro fu costretta coattamente ad imbracciare un fucile.

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Le elezioni presidenziali del 1860 - Pagina 2 Empty Re: Le elezioni presidenziali del 1860

Messaggio  Banshee Mer 31 Ott 2012 - 7:33

Se non ricordo male, Luraghi fornisce precise indicazioni sui voti riportati nel Sud a favore di Lincoln. Non ho il testo sottomano, ma sarebbe interessante controllare. Quanto ai 900.00-950.000 arruolati , il numero dei coscritti si limitò a circa il 5%.

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Le elezioni presidenziali del 1860 - Pagina 2 Empty Re: Le elezioni presidenziali del 1860

Messaggio  HARDEE Mer 31 Ott 2012 - 15:44

Signori Buongiorno,

Dopo l’incontro, a Freeport, fra Lincoln e Douglas, nel quale il Senatore democratico Douglas conio ‘ il termine “Dottrina Freeport” secondo la quale ogni Stato poteva non applicare le disposizioni di polizia per la ricerca e la cattura degli schiavi fuggiaschi, ignorando di fatto il Kansas-Nebraska-Act., nel l profondo Sud successe il finimondo.

Il partito si spaccò in tre tronconi con tre candidati Douglas fu nominato nella convenzione di Baltimora, John C. Breckinridge n nel Congresso di Richmond, dai dissidenti sudisti, inoltre molti rappresentati degli Stati di confine fondarono il partito di Unione Costituzionale, ed elessero John Bell, del Tennessee, come portabandiera.

Alle votazioni Lincoln ottenne 1.866 .452 (39,86%) voti, Douglas 1.376.957 (29,4%), Breckinridge 849.781 (18,14% ) e Bell 588.879 (12,57%).

Quasi tutti gli Stati del Nord, salvo il New Jersey, votarono per Lincoln ,che raccolse qualche adesione negli Stati di confine, ma nessuna negli Stati del profondo Sud.


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Messaggio  Generale Meade Gio 1 Nov 2012 - 10:16

HARDEE ha scritto:Signori Buongiorno,

Dopo l’incontro, a Freeport, fra Lincoln e Douglas, nel quale il Senatore democratico Douglas conio ‘ il termine “Dottrina Freeport” secondo la quale ogni Stato poteva non applicare le disposizioni di polizia per la ricerca e la cattura degli schiavi fuggiaschi, ignorando di fatto il Kansas-Nebraska-Act., nel l profondo Sud successe il finimondo.

Il partito si spaccò in tre tronconi con tre candidati Douglas fu nominato nella convenzione di Baltimora, John C. Breckinridge n nel Congresso di Richmond, dai dissidenti sudisti, inoltre molti rappresentati degli Stati di confine fondarono il partito di Unione Costituzionale, ed elessero John Bell, del Tennessee, come portabandiera.

Alle votazioni Lincoln ottenne 1.866 .452 (39,86%) voti, Douglas 1.376.957 (29,4%), Breckinridge 849.781 (18,14% ) e Bell 588.879 (12,57%).

Quasi tutti gli Stati del Nord, salvo il New Jersey, votarono per Lincoln ,che raccolse qualche adesione negli Stati di confine, ma nessuna negli Stati del profondo Sud.


Hardee


Buongiorno Generale Hardee,

il mio intervento iniziale nel topic era per evidenziare che i voti a Lincoln nel profondo Sud non ci furono non perchè tutto il meridione era compatto contro Lincoln e i repubblicani, ma perche le frange più estremiste dei radicali schiavisti del partito democratico non avrebbero permesso la campagna elettorale nei loro territori a favore di Lincon senza il rischio di gravi disordini e violente manifestazioni contro, a rischio della vita dei sostenitori di Lincoln, perchè, per quanto se ne dica, il nocciolo delle elezioni del 1860 rimaneva la schiavitù. L'errore (probabilmente voluto) di Lincoln fu, come citato in "La Grande Storia dell'America" di G.B. Tindall e D.E. Shi di non: "...dare (caparbiamente) garanzie al Sud e di chiarire la sua posizione riguardo la schiavitù, la quale, insisteva, era un fatto pubblicamente documentato". Chiaramente i mangiafuoco del profondo Sud videro in questa ambiguità un chiaro segno che l'abolizionismo, incarnato idealmente in Lincoln e nei repubblicani, era in procinto di agire sulla "peculiare istituzione".

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Messaggio  Generale Meade Gio 1 Nov 2012 - 12:36

Banshee ha scritto:Se non ricordo male, Luraghi fornisce precise indicazioni sui voti riportati nel Sud a favore di Lincoln. Non ho il testo sottomano, ma sarebbe interessante controllare. Quanto ai 900.00-950.000 arruolati , il numero dei coscritti si limitò a circa il 5%.

Banshee

Lo storico Reid Mitchell scrive che il 10% della popolazione del Sud era lealista all'Unione. Addirittura ipotizza che tra bianchi filounionisti o antisecessionisti e la popolazione nera del Sud, i contrari alla confederazione era la maggioranza nel meridione.

Riguardo la coscrizione, nella "Historical Times Encyclopedia of the Civil War" di Patricia L. Faust si trova scritto che da 1/4 a 1/3 dell'esercito confederato a est del Mississippi era formato da coscritti.

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