La Guerra Civile Americana 1861-1865
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Gli ultimi mesi della guerra

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Messaggio  forrest Mar 24 Nov 2009 - 14:43

Da mesi il Ministro della Guerra Breckenridge,unitamente a tutti i + celebrati Generali confederati,tramava per giungere ad una resa che prevedesse condizioni di pace non troppo punitive.A spingerli,certo,non erano motivazioni ignobili(almeno per quanto riguarda Breckenridge,per Johnston non metterei la mano sul fuoco).Ritenevano la Causa confederata ormai perduta,e cercavano di salvare il salvabile,evitando ulteriori spargimenti di sangue.Ma la domanda che dobbiamo porci é:avevano il diritto di farlo?No,non lo avevano,non spettava a loro decidere.Si trattò di un colpo di Stato incruento.Tra i grandi condottieri Confederati,l'unico a restare fedele fino all'ultimo fu Wade Hampton.
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Messaggio  Benjamin F. Cheatham Mar 24 Nov 2009 - 17:37

Caro Forrest, questo comportamento era simile un po' ovunque. In Trans-Mississippi E.K Smith ordinò una ritirata dell'armata in Texas e diede ordine al QG di trasferire tutti gli uffici ad Houston, lui stesso si mise in movimento verso il Texas, il 18 maggio mi sembra, all'arrivo seppe che il suo Settore era stato arreso da Buckner! Ora il fatto che Johnston abbia arreso l'armata del Tennessee senza ordini, non sembra nulla di più di quello che fecero altri. Più che colpo di stato penserei a buon senso, a meno che la la resa di Johnston la consideri più grave se ricollegata ai fatti da te scritti tempo fa.

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Messaggio  P.G.T. Beauregard Mar 24 Nov 2009 - 17:46

Il colpo di stato era già stato pensato tempo prima da altri a Richmond.

Ciao,
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Messaggio  forrest Mar 24 Nov 2009 - 23:54

Con la scusa del buon senso,qualsiasi Generale potrebbe fare quello che gli pare.Non mi sembra una giustificazione valida.I comportamenti precedenti di Johnston indubbiamente hanno influito sul mio giudizio,perchè analizzando attentamente le Campagne di Vicksburg e di Atlanta é praticamente impossibile non sospettare che lo scopo di Johnston fosse la fine della Confederazione e il ritorno degli Stati ribelli nell'Unione.Questa è una mia personale valutazione,sarei curioso di sapere se oltreoceano qualcuno la condivide.Lo storico Warren Grabau si pone domande che lascia senza risposta,ma che lasciano intendere che pensi + o meno la stessa cosa,senza scriverlo a chiare lettere.Ma negli ultimi giorni della Confederazione anche Lee boicottò il Presidente,su questo non ci sono dubbi.Se poi lo fece a fin di bene,questo é un altro discorso,assai complesso,nel quale preferisco non addentrarmi.Confermo quanto ha scritto Beauregard;nei mesi precedenti la fine della guerra vi erano esponenti politici disposti ad un colpo di Stato in piena regola,con l'uso della forza.Breckenridge e Lee non appoggiarono queste trame + che altro per motivi di convenienza politica,non per fedeltà nei confronti di Davis.
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Messaggio  Benjamin F. Cheatham Mer 25 Nov 2009 - 0:52

L'argomento è interessante, credo che il comportamento delle alte sfere politiche e militari negli ultimi mesi, sia degno di studi approfonditi, sapete se esiste qualche lavoro specifico negli States, oppure nessuno ha mai approfondito l'argomento. Mi riferisco a tradimenti, tentativi di colpi di stato, complotti, "bastoni far le ruote", disfattismo etc.

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Messaggio  forrest Mer 25 Nov 2009 - 14:44

Ti posso indicare il libro di W.C.Davis intitolato:"An honorable defeat-The last days of the Confederate governement"Questo libro presenta il Ministro Breckinridge sotto una luce a mio avviso troppo favorevole,ma aldilà di queste valutazioni personali,i fatti riguardanti gli ultimi mesi della Confederazione,e in particolare l'odisséa del Presidente Davis dall'evacuazione di Richmond fino alla sua cattura in Georgia sono presentati in modo persino troppo dettagliato.Alcuni capitoli sono francamente noiosi,probabilmente il contratto con l'editore prevedeva un certo numero di pagine;é un difetto che ho notato anche in altri libri pubblicati in America.
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Messaggio  George Armstrong Custer Mer 25 Nov 2009 - 15:36

Un aspetto importante in tutta la vicenda nell'ultimo periodo della guerra civile,a mio avviso,rimane il fatto che i generali Confederati al comando dei rispettivi eserciti si arresero ai Nordisti,di fatto,forzando la mano al Presidente Davis che continuava,nonostante tutto,ad essere contrario alla resa.Pertanto,a mio parere,l'ultima parola in proposito l'hanno detta i militari e non il potere politico, come invece sarebbe stato più legittimo che avvenisse.


Ultima modifica di George Armstrong Custer il Mer 25 Nov 2009 - 17:02 - modificato 2 volte.
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Messaggio  R.E.Lee Mer 25 Nov 2009 - 16:25

forrest ha scritto:Con la scusa del buon senso,qualsiasi Generale potrebbe fare quello che gli pare.Non mi sembra una giustificazione valida.I comportamenti precedenti di Johnston indubbiamente hanno influito sul mio giudizio,perchè analizzando attentamente le Campagne di Vicksburg e di Atlanta é praticamente impossibile non sospettare che lo scopo di Johnston fosse la fine della Confederazione e il ritorno degli Stati ribelli nell'Unione.Questa è una mia personale valutazione,sarei curioso di sapere se oltreoceano qualcuno la condivide.Lo storico Warren Grabau si pone domande che lascia senza risposta,ma che lasciano intendere che pensi + o meno la stessa cosa,senza scriverlo a chiare lettere.Ma negli ultimi giorni della Confederazione anche Lee boicottò il Presidente,su questo non ci sono dubbi.Se poi lo fece a fin di bene,questo é un altro discorso,assai complesso,nel quale preferisco non addentrarmi.Confermo quanto ha scritto Beauregard;nei mesi precedenti la fine della guerra vi erano esponenti politici disposti ad un colpo di Stato in piena regola,con l'uso della forza.Breckenridge e Lee non appoggiarono queste trame + che altro per motivi di convenienza politica,non per fedeltà nei confronti di Davis.


personalmente non credo che joe johnston fosse un traditore. fino a prova contraria, ovvio. però analizzando nei vari passaggi del forum i suoi comportamenti durante la Cw, il suo atteggiamento nelle fasi finali della guerra, con relativa sua resa a sherman senza il benestare del presidente non mi sorprende affatto. il vecchio joe durante tutto il conflitto e dopo, fece dell'arte di "pararsi il sedere" il suo forte, sia con i suoi comportamenti che con i suoi documenti scritti. la guerra era oramai persa e consegnando la armi a sherman, di cui divenne poi suo fraterno amico (ma guarda un pò !!! What a Face ), cercò di non farsi perlomeno travolgere dal "carro del vincitore !!" Embarassed


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Messaggio  P.G.T. Beauregard Mer 25 Nov 2009 - 16:32

Ho crato questa nuova discussione sugli "ultimi giorni" della guerra per poter discutere su tutti gli avvenimenti degli ultimi momenti del conflitto. E' generico quindi possiamo parlare di complotti, rese, fughe ecc., poi se si vuole approfondire un argomento in particolare invito ad aprire un topic preciso.

Anche io ho il libro di William C. Davis, non l'ho ancora letto ma sfogliandolo ho trovato molti episodi interessanti degli ultimi giorni della Confederazione. Condivido quello che dice Custer e aggiungo che non solo i generali ma anche altri politici e membri del governo agirono per conto loro tornando a casa o arrendendosi. Anche Lee si arresse e Davis non ne fu sicuro fino a quando Breckinridge arrivò in North Carolina.

Ciao,
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Messaggio  Ospite Mer 25 Nov 2009 - 17:24

Argento spinoso. Diritto o non diritto di fare un colpo di stato? Naturalmente, di principio dovrebbe valere la massima che non vi è nulla di più pericoloso di militari che smettono di ubbidire agli ordini dello Stato ed iniziano a credere di poter dare ordini allo Stato. d'altronde, poi, un colpo di stato a cosa sarebbe servito? Soltanto a creare una dirigenza di transizione per la resa generale ed alla fine dello stato visto che, come poi la resa de facto dei singoli dimostrò, non ci sarebbe stata alcuna tratativa di pace tra stati sovrani e similia. Davis era contrario alla resa? Be, mi chiedo cosa ci fosse dis trano. pensiamoci. Come detto, non era una guerra tra due stati che si riconoscevano reciprocamente come sovrani ma era una guerra di indipendenza e quindi una resa generale non avrebbe significato un atto importante del governo confederato, bensì l'ultmo atto della confederazione e basta. Dopo non ci sarebbe stato niente più di cui discutere o mediare. Si rimprovera a Davis di non aver deciso deliberatamente il suicidio dell'istituzione che era stato chiamato a preservare? E' un pò come se Lincon avesse accettato di essere il presidente sotto il quale l'Unione che era stato chiamato a guidare si era spaccata in due senza batter ciglio: fantascienza allo stato puro. Così facendo, Davis avrebbe potuto risparmiare sofferenze ulteriori al proprio popolo? Non per die, ma le vessazioni maggiori pe ril popolo meridionale iniziarono non appena le armi cessarono di parlare con gli approfittatori e tutti color che dalla Ricostruzione si arricchirono.
I generali seguirono il loro mandato, ovvero quello di condurre i propri esercitifino al limite dell'operatività e solo dopo arrenderli se necessario; era il loro dovere e lo compirono fino in fondo. Ma chiedere che un governo decidesse per porre fine ad uno stato è davvero assurdo ed un colpo dis tato in questi termini sarebbe solo servito ai singoli per accreditarsi presso i vincitori come veri salvatori e ricevere vessazioni minori od addirittura onori.

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Messaggio  R.E.Lee Mer 25 Nov 2009 - 18:05

George Armstrong Custer ha scritto:Un aspetto importante in tutta la vicenda nell'ultimo periodo della guerra civile,a mio avviso,rimane il fatto che i generali Confederati al comando dei rispettivi eserciti si arresero ai Nordisti,di fatto,forzando la mano al Presidente Davis che continuava,nonostante tutto,ad essere contrario alla resa.Pertanto,a mio parere,l'ultima parola in proposito l'hanno detta i militari e non il potere politico, come invece sarebbe stato più legittimo che avvenisse.

caro george,
penso che fù la resa dell'armata di lee a mettere in moto quell'effetto domino che causò la resa degli altri eserciti e lo sfaldamento politico della confederazione. ma d'altronde, cos'altro poteva fare lee ad appomattox ? era completemente circondato e con pochi fedellissimi ancora in grado di combattere. non credo che sarebbe stato giusto mandarla allo sbaraglio. la sua resa fù dovuta ad una sconfitta sul campo di battaglia. altri generali che potevano avere altre opzioni, anche se francamente non sò quanto valide, preferirono arrendersi invece che continuare a combattere o tuttalpiù, sfuggire al nemico in attesa magari, di un eventuale atto ufficiale del governo confederato. praticamente prevaricarono il potere politico cui dovevano invece essere sottoposti. fecerono bene ? francamente non lo sò. come ho scritto nel topic a lui dedicato il pres. davis, il cui operato durante il conflitto andrebbe secondo me rivalutato, nelle fasi finali della guerra, mi pare che perse un pò il senso della realtà. voleva fuggire in messico per tentare di ricostruire una realtà che non c'era più. la mano non se la fece però "forzare". giusto o sbagliato che fosse....

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Messaggio  George Armstrong Custer Mer 25 Nov 2009 - 19:27

Caro Robert,sul giudizio di merito se il gen.Lee abbia fatto bene ad arrendersi,penso sinceramente di sì,che abbia fatto la cosa più giusta da fare in quel momento e pertanto,come tu dici,tale resa ha causato l'effetto domino di far arrendere gli altri generali comandanti.Di fatto,però la resa dei militari ha causato autonomamente la fine della guerra e la resa della Confederazione,senza alcuna corrispondenza ai voleri del governo legittimo della Confederazione stessa.Tutta questa procedura fa pensare che la parola fine l'abbiano detta solo i militari senza alcun accordo preventivo con il governo Confederato.Viene da credere che la guerra,soprattutto alla fine, continuasse esclusivamente per il loro volere;una volta cessato esso,la guerra era da considerarsi finita.Ti da anche l'idea di un governo che ormai esisteva solo sulla carta senza alcun reale potere.
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Messaggio  R.E.Lee Mer 25 Nov 2009 - 19:35

caro george,
nel mio post precedente anche io ho espresso i miei dubbi sull'operato in quei giorni dei vari generali sudisti. praticamente presero delle decisioni che non spettavano a loro. quanto a lee non penso avesse altre alternative...era circondato. ma quando grant gli chiese se gli fosse stato possibile ordinare la resa di tutti gli eserciti confederati, visto e considerato che lui era il comandante in capo di essi, il generale lee gli rispose che non poteva sostituirsi al governo confederato che era il solo ad avere il diritto legittimo di ordinare tale cosa. lee non prevaricò nessuna eventuale decisione del governo, pur essendo il comandante di tutte le truppe sudiste ancora in campo. gli altri generali, che avevano meno potere di lee, agirono invece come meglio gli tornava di fare, fregandosene del governo e di conseguenza dello stato per cui combattevano.

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Ultima modifica di R.E.Lee il Gio 26 Nov 2009 - 10:59 - modificato 1 volta.
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Messaggio  forrest Mer 25 Nov 2009 - 23:54

Come certo saprete,una volta riparato a Danville dopo la fuga da Richmond, il Presidente Davis emanò un proclama che era un implicito(e neanche tanto implicito) appello alla guerriglia partigiana.Saprete anche che ad Appomattox Alexander consigliò a Lee di sbandare l'Armata,e che Lee rifiutò proprio per evitare l'inizio di tale guerriglia.Il Generale Rosser,che aveva rifiutato di arrendersi ad Appomattox,e intendeva dedicarsi proprio a quella lotta ad oltranza invocata da Davis,ricevette l'ordine di Breckinridge di mettere le proprie truppe al servizio del Governatore della Virginia,da usarsi unicamente per salvaguardare l'ordine pubblico,e in pratica assicurare la transizione tra il governo confederato e il ripristino dell'autorità dell'Unione;é evidente che sia Lee che Breckinridge boicottarono Davis,come del resto rientrava nei loro piani da almeno 3 mesi;lo potrà confermare l'amico Beauregard dopo aver letto i primi capitoli del libro di W.C.Davis.Come ho già sottolineato,questo storico dà di Breckinridge un giudizio ultrapositivo,poco ci manca che concluda il libro con l'invocazione:"Santo subito!"Però le opinioni sono una cosa,i fatti un'altra cosa,e i fatti dicono che Davis venne tradito da tutti,fuorchè da Wade Hampton e da un paio di ministri (Mallory e Reagan)Riguardo Johnston,invito tutti a leggere senza pregiudizi il libro di Warren Grabau :"Ninety eight days-A geographer view of the Vicksburg Campaign":vedrete che poi qualche dubbio sulla sua lealtà e sui suoi veri scopi verrà anche a voi.
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Messaggio  P.G.T. Beauregard Gio 26 Nov 2009 - 0:53

Comunque non so che altro si sarebbe potuto fare ad est oltre che arrendersi nel 1865. Cosa avrebbe dovuto fare Johnston? A nord c'era Grant, di fronte a lui Sherman, Whilmington era appena caduta e a sud cosa c'era? Terra bruciata. Con quale logistica si sarebbe potuto muovere? Dove avrebbe trovato rifornimenti? Un conto era far scappare il governo scortato dalla cavalleria, un'altra cosa far dileguare un'armata, perchè combattere non credo che avrebbe avuto molto senso. Al massimo criticherei quelli che si sono arresi ad ovest e nel Trans-mississippi. MI pare che l'armata del generale Taylor rimase inattiva per tutto il 1865, quindi avrebbero potuto continuare ancora per qualche mese ma poi? Comunque ho letto di unità nel Texas ad esempio che dopo aver saputo della resa di Lee si sciolsero e quando i generali del trans-mississippi le cercarono scoprirono che se ne erano andati a casa. Questi piuttosto potrebbero essere considerati traditori dato che non erano di fronte alla minaccia dell'annientamento, ma personalmente non li giudico negativamente; erano stanchi, la guerra era persa e piuttosto che morire per niente era meglio tornare a casa. Poi il fatto che Davis voleva che le armate si dessero alla guerriglia mentre queste si arresero non lo considero tradimento, ma sulla guerriglia esiste già una discussione.

Ciao,
Beauregard


Ultima modifica di P.G.T. Beauregard il Sab 13 Feb 2010 - 23:34 - modificato 1 volta.
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Messaggio  R.E.Lee Gio 26 Nov 2009 - 11:14

forrest ha scritto:Come certo saprete,una volta riparato a Danville dopo la fuga da Richmond, il Presidente Davis emanò un proclama che era un implicito(e neanche tanto implicito) appello alla guerriglia partigiana.Saprete anche che ad Appomattox Alexander consigliò a Lee di sbandare l'Armata,e che Lee rifiutò proprio per evitare l'inizio di tale guerriglia.....ecc....ecc...."

penso che il rifiuto di lee di sbandare l'armata fosse legittimo. il pres. davis in questo caso, secondo me, emenando quest'ordine commise un abuso. ordinava a delle truppe regolari di un esercito di trasformarsi in fuorilegge.


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Messaggio  Ospite Gio 26 Nov 2009 - 13:34

Bè, fuorilegge è soggettivo visto che si parla di una guerriglia partigiana.

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Messaggio  forrest Gio 26 Nov 2009 - 14:03

Per l'Unione tutti i soldati confederati erano sempre stati dei fuorilegge,non avendo mai il Governo Federale riconosciuto la Confederazione come Stato indipendente.Non per niente i soldati sudisti venivano chiamati "ribelli".Preciso che quando Lee si arrese ad Appomattox non era a conoscenza del proclama emanato da Davis a Danville,ma senz'altro conosceva quale fosse la posizione del Presidente a proposito di una resistenza ad oltranza.
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Messaggio  George Armstrong Custer Gio 26 Nov 2009 - 15:12

Scusate amici,ma la situazione la trovo parecchio ingarbugliata e sarebbe interessante saperne qualcosa di più.IL gen.Lee si arrese a Grant,da quello che so,di sua iniziativa,mentre il presidente Davis voleva iniziare una guerriglia.Lee,nonostante fosse il comandante in capo dell'esercito Confederato, rispose a Grant ,che gli chiedeva la resa di tutto l'esercito, che tale impegno era di competenza esclusiva del governo.E allora,mi chiedo,pure il gen.Lee,per arrendersi, avrebbe dovuto avere l'assenso del governo,o no?
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Messaggio  R.E.Lee Gio 26 Nov 2009 - 17:05

forrest ha scritto:Per l'Unione tutti i soldati confederati erano sempre stati dei fuorilegge,non avendo mai il Governo Federale riconosciuto la Confederazione come Stato indipendente.Non per niente i soldati sudisti venivano chiamati "ribelli".Preciso che quando Lee si arrese ad Appomattox non era a conoscenza del proclama emanato da Davis a Danville,ma senz'altro conosceva quale fosse la posizione del Presidente a proposito di una resistenza ad oltranza.

in effetti lincoln ha sempre parlato di "ribelli" e ribellione". però al momento della resa i combattenti confederati vennero trattati di fatto come dei soldati di un esercito regolare, non come dei fuorilegge. bastava che giurassero fedeltà all'unione e tutti a casa ! al di là delle parole e convenienze politiche, pur non riconoscendo la confederazione come stato sovrano, all'atto pratico l'unione trattò i suoi combattenti come si conviene che vengano trattati i soldati di un esercito nemico che si arrende. all'ANV, se ben ricordo, venne concesso anche l'onore delle armi. se si fossero sbandati, come voleva il pres. davis ed avessero cominciato una guerriglia, chi fosse stato catturato avrebbe probabilmente subito una sorte ben peggiore suppongo, prigione od addiritttura condanna a morte. quei soldati valorosi avevano combattuto duramente per 4 anni, il pres. davis non aveva il diritto anche morale, dopo che essi avevano continuamente rischiato la vita in guerra, di ordinargli di cominciare una guerriglia degli esiti aleatori ed essere considerati "de facto" , dei fuorilegge a tutti gli effetti. la guerra era oramai finita, arrendersi e farli tornare a casa come decise il gen. lee e gli altri comandanti sudisti, fù un gesto ragionevole anche se forse non supportato da leggi e normative che in questo caso vennero forse scavalcate. come ho scritto in post precedenti, l'operato di davis durante il conflitto andrebbe secondo me rivalutato, ma negli ultimi tempi, probabilmente per l'accavallarsi di vicende drammatiche, il presidente davis perse un pò di lucidità. non voleva assolutamente arrendersi all'evidenza.

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Messaggio  George Armstrong Custer Gio 26 Nov 2009 - 19:01

Sul fatto che arrendersi era la cosa più giusta da fare,credo che siamo quasi tutti d'accordo.L'aspetto in parte anomalo della vicenda è che la parola "fine" l'abbiano detta solo ed esclusivamente i militari senza alcuna disposizione impartita dal governo,senza un accordo o al limite una consultazione preventiva con il potere politico o meglio con i rappresentanti dellla nazione Confederata.
Con la resa dei militari la Confederazione come Stato-nazione si è automaticamente dissolta.Non c'è stata neanche alcuna forma di resistenza popolare.
A questo punto,viene naturale porsi una domanda:se i generali Confederati, e soprattutto il gen.Lee,si fossero arresi molto tempo prima,la guerra sarebbe automaticamente finita lo stesso?
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Messaggio  Benjamin F. Cheatham Gio 26 Nov 2009 - 19:55

Come ho già scritto, penso che nel 1864 la Confederazione era tutt'altro che battuta anzi, ma credo che nel 1865, la guerra stava morendo di morte naturale, con pochi rifornimenti, la mancanza di cibo e vestiario, il territorio occupato e le case distrutte si stava perdendo, o si era gà perso, lo spirito e la volontà di combattere. Ed infatti, tranne singoli casi, appena i generali arresero le armate i più andarono a casa e i generali al pari degli uomini ormai volessero solo tornare a casa. Pensiero personale è che, se ad esempio, Lee avesse detto ai soldati dell'ANV di darsi alla guerriglia, dei 27.000 uomini rimastogi, 26 mila sarebbero andati a casa.

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Messaggio  P.G.T. Beauregard Gio 26 Nov 2009 - 20:49

Concordo con Cheatham. In un'intervista fatta a Jeff Shaara questi disse che l'Armata della Virginia Settentrionale a partire dal 1864 smise di combattere per la causa. I soldati confederati rimanevano a combattere e a farsi uccidere solo per il generale Lee. Un punto di vista molto interessante.

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Messaggio  forrest Ven 27 Nov 2009 - 1:06

Quando Lee si arrese,non aveva la possibilità di comunicare col Presidente Davis,nessuno dei 2 sapeva neppure dove si trovasse l'altro.Anche se é presumibile che i 2 avessero parlato in precedenza di un'eventualità simile a quella che si verificò ad Appomattox,e certamente Lee sapeva che il Presidente non avrebbe approvato la resa.Comunque la resa di Lee ebbe modalità del tutto diverse rispetto a quella di Johnston.Costui era in contatto col Presidente,a cui aveva riferito le condizioni di pace offerte da Sherman.E Davis,che non era affatto quel pazzo velleitario e irresponsabile che si vorrebbe far credere,le aveva accettate,sia pure con la morte nel cuore.Ma Sherman AVEVA GIà RIVELATO a Johnston e Breckinridge che il Governo Federale non avrebbe accettato queste condizioni.Insomma,una farsa,un raggìro.Quando Davis,informato del voltafaccia nordista,ordinò a Johnston di rifiutare le nuove condizioni,il vecchio Joe disobbedì e si arrese senza neppure degnarsi di rispondere al Presidente,ma comunicando solo con Breckinridge.Il quale,a sua volta,fece in modo che il Presidente fosse informato solo dopo la firma dell'armistizio,per raggiungere infine il suo scopo di porre fine alla guerra.A questo punto,però,viene spontaneo porsi una domanda:il ritorno degli Stati "ribelli" nell'Unione era stato lo scopo di Breckinridge solo negli ultimi 3 mesi,cioé da quando era diventato Ministro, o piuttosto era stato il suo scopo fin dall'inizio delle ostilità?Probabilmente è vera la seconda ipotesi.Questa,almeno,è l'ipotesi di W.C.Davis.Il quale,evidentemente filo-unionista,ritiene questo comportamento ambiguo degno di elogio. Shocked Lo stesso discorso potrebbe valere per Johnston,e probabilmente per tante altre personalità sudiste,sia civili che militari.Domanda finale:cosa sarebbe successo se al comando dell'Armata del Tennessee ci fosse stato ancora un uomo con gli ideali ,la tempra e la fedeltà di John Bell Hood?Probabilmente nelle Caroline si starebbe combattendo ancora adesso. Wink
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Messaggio  P.G.T. Beauregard Ven 27 Nov 2009 - 1:49

John Bell Hood si arrese già ad Atlanta, era un uomo sconfitto prima ancora di invadere il Tennessee. Hood ebbe l'opportunità di dimostrare le sue capacità ad Atlanta e per un motivo o l'altro fallì, invase il Tennessee e fallì di nuovo. Se ci fosse stato ancora Hood probabilmente ora nelle caroline non ci sarebbe più nessuno. Dire che Hood non era male come certi l'hanno dipinto tipo Wiley Sword sono d'accordo, ma dire che era la soluzione della Confederazione non ci sto. Se l'armata sudista in North Carolina non si fosse arresa avremmo avuto solo qualche migliaio di morti in più, o semplicemente un'armata sbandata di sua iniziativa. Se avessero combattuto prima stesso discorso, qualche migliaio di morti in più e magari una resa anticipata.

Ciao,
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